TRAMA
Le disavventure della rampolla Pixxi De La Chasse, diseredata dalla famiglia e in cerca di un riscatto sociale.
RECENSIONI
Ideale seguito di Repo Man, cult (mi si dice) anni Ottanta, Repo Chick declina in chiave pop-trash l’estetica Punk del predecessore. Cox tesse un elogio del trovarobato cinematografico: sullo schermo, nulla è a dimensione umana, né gli oggetti (modellini e giocattoli ingigantiti), né i personaggi, bidimensionali come gli eroi di un fumetto. L’utilizzo dei trasparenti con retroproiezioni, cosi’ come le scenografie su scala ridotta, incuriosiscono i primi dieci minuti. Una volta che l’occhio e lo spirito si sono assuefatti a questo infantile dispositivo, la noia affiora inesorabile. Quanto al resto, è praticamente impossibile prendere sul serio un plot che, pur con vaghe pretese di satira sociale e politica, ci presenta un’eroina di nome Pixxi De La Chasse, oca giuliva precipitato dell’incrocio tra Paris Hilton e Britney Speers, intenta a scongiurare un complotto ardito da un gruppo di terroristi vegani su un treno fantasma... Repo Chick vorrebbe essere Pop-Trash, ma non c’è traccia della tragica anarchia dei film di John Waters. Tutto suona programmatico e odora di stantio. Nella galleria variamente assortita di questo universo para-fumettistico, piange il cuore di veder figurare Rosanna Arquette e Karen Black, costrette a far la parodia di non si sa bene cosa.
