TRAMA
Un gruppo di spie viene infiltrato dal governo di Pyongyang nella vicina Corea del Sud. I quattro sono fatti passare per una famiglia qualsiasi, così da dare il meno possibile nell’occhio e condurre le operazioni in tutta tranquillità. La vicinanza a una «vera» famiglia di sudcoreani, alle prese con problemi economici ma nonostante tutto ancora capace di amarsi, mette in crisi i quattro 007: dietro il distacco interpersonale della missione segreta, infatti, tutti instaurano coi vicini sentimenti di amicizia e comprensione. Pur spalleggiandosi l’un l’altro per coprire i rispettivi errori, un passo falso risulterà fatale agli agenti nordcoreani.
RECENSIONI
La famiglia è, nel cinema contemporaneo (gli esempi sono innumeri oramai) un copione da recitare, una farsa piegata a scopi altri, un organismo sociale che vive solo di finzioni e convenienze: Bulg-Eun Gajog, che vanta una sceneggiatura di Kim Ki-duk, non fa eccezione, conducendo l’analisi dal gruppo alla comunità, dalla comunità alla Nazione, chiave di lettura essendo sempre, per ciascuno dei nuclei rappresentati, l’ideologia di riferimento e le sue contraddizioni.
Il regista Lee Ju Hyoung dona allo script una parvenza da sitcom schizzata e a tratti efficace, lontana dagli ultimi, spartani esiti del Kim cineasta, firmando una black comedy che gioca, dunque, con i luoghi comuni del Comunismo e del Capitalismo (Nord Corea vs. Sud Corea e relative, problematiche interazioni), concentrandosi criticamente (e scorrettamente) di più sul primo, in una fiera, a volte urlata, del cliché, echeggiando il brillante americano (Ninotchka, tipo), ma senza la base solida della consolidata retorica hollywoodiana.
Rimane allora la messa in scena (e in ridicolo) degli schemi secondo un verbo teatrale (il set evidente, che rimarca il concetto della fiction a vari livelli) e studiatamente eccessivo, che si bea dei suoi paradossi (la falsa famiglia si ritrova a volersi bene come e meglio di una famiglia vera; recitare per una famiglia finta serve a garantire la sopravvivenza di una famiglia vera) e che viene sfruttato fino all’osso, ristagnando nella dilatata parte finale.
