Recensione, Sportivo

RAGAZZE VINCENTI

Titolo OriginaleA league of their own
NazioneU.S.A.
Anno Produzione1992
Genere
Durata128’

TRAMA

Anni quaranta: essendo i maschietti impegnati in guerra, nasce il campionato di baseball femminile (durò dal 1943 al 1954). Alla ribalta la squadra più forte, “le Pesche”, che ha però un allenatore alcolizzato.

RECENSIONI

L’opera rende onore al baseball femminile senza rincorrere solo la superficie della commedia sportiva, né appiattendosi sulla sola curiosità di una pagina anomala dello sport più popolare negli Stati Uniti: ispirata dal documentario A League of their Own del 1987, Penny Marshall commissiona una sceneggiatura di finzione a Lowell Ganz e Babaloo Mandel, nomi di punta della commedia hollywoodiana. La loro scrittura offre anche riflessioni sul differente ruolo sociale di uomini e donne e pagine di pathos con sentimenti non artificiosi, ben pennellati da una regista che ha (ma non l’ha capito) più cuore che vis comica. Approfondimenti minimi, ed è timida anche l’ambiguità nell’ideologia di fondo, che naviga fra tradizionale esaltazione dei beni-valori-giocattolo made in U.S.A. e loro scherno, ma a volte bastano pochi accenni in un profilo psicologico o nella critica di costume per fare la differenza. Condiscono il tutto battute indovinate e spiritose, simpatiche macchiette di figure minori, moti umani commoventi e un gruppo di interpreti capace, ben diretto, con in testa due calibri da 90 come Tom Hanks, impagabile nel saper unire sentimento e buffoneria (spassosa la scena in cui svuota soddisfatto la vescica davanti alla squadra femminile) e Geena Davis, che disegna un carattere memorabile. Madonna “regala” una canzone per i titoli di coda ("This Used to Be My Playground"). Successo in sala per il film, non per la serie Tv andata in onda l’anno successivo.