TRAMA
Pak Atan e Mak Inom, una coppia di sessantenni in pensione stanchi della città, colgono al volo l’occasione di tornare a vivere in campagna dopo che Pak Atan eredita la casa del proprio padre.
RECENSIONI
Il Cuore non basta
"Un film che scaturisce dal cuore". Con queste parole la malese Yasmin Ahmad presenta il suo primo lungometraggio. Girato in sedici millimetri ma proiettato in DVD, "Rabun" gode del privilegio di essere ammesso al Concorso Internazionale del 21° Torino Film Festival. Se le intenzioni sono buone, il risultato non va però oltre il filmino tra amici. L'unico aspetto degno di nota, e atipico rispetto ai legami affettivi che siamo abituati a vedere nelle messe in scena occidentali, è la dolcezza della coppia protagonista: due sessantenni in fuga dalla città alla ricerca di quiete nella campagna. Tolto questo, i siparietti da sit-com, la mimica esagerata della recitazione e le eterne sequenze con inquadratura fissa (molte volte su un'auto parcheggiata o in movimento vista dall'esterno o su personaggi che si muovono in lontananza) non facilitano il coinvolgimento. È vero, non c'è bisogno di montaggio sincopato o di continui campi e controcampi per far nascere un'emozione e può essere interessante e di stimolo rivoluzionare la grammatica di un linguaggio in continua evoluzione come il cinema, ma "Rabun" riesce a porre l'attenzione sui personaggi e a evitare la noia solo in pochissimi momenti (le reciproche abluzioni, il finale collettivo). Troppo poco per novanta minuti di proiezione.
