Commedia, Drammatico, Recensione

QUEL GIORNO

Titolo OriginaleCe Jour-là
NazioneFrancia/ Svizzera
Anno Produzione2003
Genere
Durata105'
Scenografia

TRAMA

Una casa svizzera. Una giovane sognatrice. Un killer diabetico. Parenti. Agenti. Angeli. Un giorno speciale.

RECENSIONI

È il giorno più bello nella vita di Livia, o meglio, il più importante: l’Angelo Sterminatore cala la sua inesorabile scure su una famiglia di morti viventi, spezzando le invisibili catene imposte da chi nega la preveggenza inscritta in un delirio di distaccata lucidità. Ruiz soffre della stessa malattia dei suoi antieroi: sempre magicamente fuori luogo (e mai fuori posto), l’autore cileno intreccia la ronde dei generi (thriller, farsa, romance, horror) con soave leggerezza e magnifica incoscienza, immerge un intreccio di passioni ultraterrene e viscidi interessi in una messinscena squisitamente pittorica in cui Caspar David Friedrich (le oscillanti brume del prologo) incontra Magritte (la vetrata/specchio, il duello di Emil e Roland scandito dalle urla di Livia, il quadro/maschera nel ballo) mentre Beckett (Emil e Livia come clown) e Dürrenmatt (ironicamente premiato nel finale) conversano al cospetto di Buñuel. Questo “film elvetico” (così definito nei titoli di testa) è un feroce ritratto della borghesia (non solamente) provinciale, le cui pubbliche e terapeutiche virtù (il balsamo Salsox) non sono nulla di fronte ai vizi (per niente) privati (il cruciverba mondano), ma la satira non scivola mai nella didascalia, ponendosi il racconto per immagini come una danza di somma eleganza (elaborate teorie di sinuosi piani sequenza, pronti a dibattersi nelle spire della follia) e raro acume (nei confronti non solo dei personaggi, ma delle metafisiche questioni che devono risolvere, da Dio fino alla Ragion di Stato), brillante doppio della partita a biliardo che conduce gli enigmatici poliziotti a intervenire con rapinosa abilità nella limpida e dissonante esecuzione da camera. Degni di lode tutti gli interpreti.