Commedia, Recensione

QUALCOSA DI CUI… SPARLARE

Titolo OriginaleSomething to talk about
NazioneU.S.A.
Anno Produzione1995
Genere
Durata106'

TRAMA

La figlia di un ricco possidente di cavalli del Sud scopre che il marito la tradisce, lo butta fuori di casa e mette a soqquadro la famiglia patriarcale d’origine e la cittadina in cui vive.

RECENSIONI

Film di donne, anche dietro le quinte: fra le tre produttrici c’è Goldie Hawn, specialista in consolatorie commedie per famiglie; la sceneggiatura è di Callie Khouri, quella di Thelma e Louise, racconto di ribellione femminile alle opprimenti e maschiliste regole sociali. Lo svedese Lasse Hallstrom, dal canto suo, s’è specializzato nello schizzo di famiglie eccentriche e fa sperare in annotazioni insolite. Il film, invece, parte con inespressivo ritmo sostenuto per poi rallentare in catatonico sottovuoto, per accogliere una commedia sofisticata dal sapore rétro (parolacce a parte) che, invece, abbisognava di sana cattiveria e scambi di battute o situazioni in scioltezza. È come se Hallstrom la adeguasse all’incapacità della protagonista, dopo la sua divertente esplosione di rabbia, di ribellarsi del tutto (al patriarca Robert Duvall, al marito adultero Dennis Quaid, alla provincia pettegola, da cui il titolo) in una pellicola sempre in procinto di affermare dei principi (sulla difficoltà di crescere e il conflitto fra tradizione e modernità), abile nell’evitare le trappole del sentimentalismo, ma infine immobile di fronte allo status quo, vacua, senza qualcosa di cui (s)parlare, indecisa fra commedia, sentimento, analisi socio-psicologica e dramma. I valori della famiglia e degli affetti, tanto cari a Hallstrom, sono salvi; le donne di questo sud sono tristi, esasperate ma, tutto sommato, consenzienti. Sottogenere cinematografico statunitense, quello che ritrae il luogo-simbolo della provincia del sud per attaccare il conformismo, ci ha reso spettatori di pellicole ben più feroci ed incisive; non è questo il caso, soprattutto se, alla banalità di un soggetto simile, s’accompagna il sentore di un dietro-front reazionario nel rispetto di tradizione e cultura conservatrici.