Supereroi

PUSH

Titolo OriginalePush
NazioneU.S.A.
Anno Produzione2009
Genere
Durata111'

TRAMA

Hong Kong: la Divisione ha perso una delle sue cavie, una donna con poteri speciali. La tredicenne veggente Cassie si unisce a un “trasportatore” per trovarla: sono anche alla ricerca di una valigia il cui contenuto può affrancarli dalla tirannia della Divisione stessa.

RECENSIONI

L’idea non è certamente nuova, basti pensare agli X-men frullati nel realismo del serial Heroes (supereroi senza costumi, mutanti che vivono come noi), ma garantisce spettacolarità e meraviglia. A fare la differenza è che questa “sciarada” alla ricerca di una valigia, dotata di vari colpi di scena e con tre fazioni in competizione fra pacchi e contropacchi, è ben scritta, soprattutto nel tratteggio dei caratteri che permette di far funzionare il Paper Moon fra Dakota Fanning (menzione speciale alla sua interpretazione, con andatura trasandata e poco manierata) e Chris Evans. L’altra carta vincente è il tono da epica-giocattolo scelto da Paul McGuigan, un regista che rientra nella rara categoria che sta sopra al buon artigianato, popolata da professionisti con “occhio speciale” e forte personalità che, spesso, esprimono la propria poetica in un filone preciso (nel caso di McGuigan, il cinema gangsteristico). In un prodotto votato all’azione che senz’altro sente meno suo, il regista non fa che trasferire il suo spassoso stile sopra le righe in un terreno (il fantasy) dove tutto (gli) è permesso, e se perde in ironia feroce guadagna in sperimentazione figurativa, fra colori innaturali, personaggi “pop” che fanno molto avanguardia cartoonesca giapponese (più che cinese), gusto del dettaglio su Hong Kong per sfruttarne ogni bizzarria possibile (con l’aiuto logistico della Milkway di Johnnie To e la direzione della seconda unità di Bosco Lam), accelerazioni e montaggio veloce (i super-poteri sono resi più con effetti ottici e di raccordo che con ritocchi digitali) e tale profusione di canzoni pop/rock da dare l’impressione, a volte, che racconto e dialoghi siano solo una parentesi nel video musicale in onda. E tutto ciò non interferisce con le trame degli amati (Slevin) tripli giochi. Il finale è abbastanza monco, probabilmente si sperava in un seguito, previo successo (che non c’è stato) al botteghino.