Biografico, Drammatico, Recensione

PUCCINI E LA FANCIULLA

TRAMA

Torre del Lago: la scandalosa liaison tra il musicista e una popolana.

RECENSIONI

Partendo da un’ipotesi di studio (la presunta relazione non consumata tra il Maestro e una domestica), Benvenuti realizza un melodramma “di classe” rigoroso e insieme appassionato, che subito allontana lo spettro del Biopic voyeuristico (la vita dell’artista vista dal buco della serratura): Puccini, riconoscibile in quanto tale unicamente in ragione del fatto che sta componendo La fanciulla del West, è diegetizzato piuttosto come rappresentante del Potere (il Padrone) e demiurgico manovratore (il Padrone Artista) delle fila del microracconto di una delle tante vittime della Storia. Non a caso, pur senza proferire verbo (eccezion fatta per le lettere, unica fonte discorsiva di un film altrimenti “muto”), è lui ad “accompagnare” idealmente gli eventi con la propria musica, in un certo senso li determina con il proprio agire nel presente(le vite degli altri) in funzione del loro potenziale drammatico/lirico/operistico da valorizzare nel futuro (il proprio futuro e quello della propria arte). Egli sembra non amare quello che la Fanciulla è, ma quello chesarà (la sua Fanciulla del West).  Pochi gli spazi in cui si diramano gli eventi – la grande dimora di Torre del Lago e la casetta sperduta nella palude dove vive reclusa la Fanciulla; al centro, un luogo di interazione e di scambio, nonché stimolo “popolare” per l’Artista (la trattoria) –  e molti i referenti cinematografici, soprattutto degli anni ‘20 (da Murnau in giù).  Un’eleganza formale mai autotelica ed una purezza di sguardo che confermano Benvenuti tra i maggiori registi italiani viventi.