
Quest’anno doppia intervista al co-direttore del Future Film Festival Giulietta Fara. Stesse domande ma differente scansione temporale. Abbiamo infatti sentito il parere di Giulietta prima dell’inizio della manifestazione e poi subito dopo.
PRIMA
le maggiori difficoltàParlando in generale, l'organizzazione di un Festival presenta, costantemente, alcune difficoltà che sono le sfide principali per gli organizzatori. In quindici anni di attività posso dire che alcune sfide riguardano il programma, ovvero raggiungere alcuni ospiti, italiani i stranieri, e ottenere di poter proiettare alcuni film, nuovi o retrospettivi. In questi anni abbiamo lavorato per consolidare i rapporti tra Bologna e San Francisco, Los Angeles, Bristol, Parigi, Tokyo, Seoul. Non è stato sempre facile raggiungere la credibilità necessaria, e talvolta è stato più facile raggiungerla con l'estero che con l'Italia. Poi, ovviamente, ci sono le difficoltà logistiche e organizzative, dalle location dove svolgere il Festival fino al contatto con partner e sponsor perché sostengano, assieme al contributo pubblico, la manifestazione. Far capire il valore di un Festival non è sempre facile, in questi tempi di crisi le aziende tornano spesso a metodi tradizionali di promozione, dall'advertising sulla carta stampata agli eventi sportivi. Il contatto che si crea con gli spettatori di un Festival però è tutt'altra cosa, essendo un evento che appassiona e crea legami duraturi. Chi sostiene un festival viene ricordato come un'azienda attenta alla cultura e allo sviluppo sociale del paese. In questo momento, trovare le risorse economiche per mantenere e far crescere il Festival è oggettivamente una difficoltà.
Una nuova sfida quest’anno è stata la costruzione di ExpoPixel, una fiera dedicata al digital entertainment, con l’obiettivo di unire una parte espositiva ad una ventina di convegni/workshop sui temi della creatività digitale: dal financing nelle sue varie forme (crowdfunding, angel investment, Europa Creativa, decreto sulle start-up) fino ai nuovi modelli di produzione (da Rovio a Intersezione, da Melazeta a Ginger) per arrivare fino alla creatività autoriale (ad esempio con il making of del film di Enzo d’Alò Pinocchio) e a nuove tecnologie presentate in fiera (dall’augmented graphics ai software per l’animazione). Lanciare una fiera in un momento di crisi economica così particolare è forse davvero la cosa che più ci rende curiosi nel post-manifestazione. Le reazioni, i commenti, i lavori svolti costituiranno anche materiale di riflessione per il futuro.
le soddisfazioniLe soddisfazioni vanno di pari passo con le sfide. Ottenere in anteprima italiana film distribuiti in Italia da Major quali Warner, Universal, così come film di produzioni straniere come Coleur de peau: Miel dei registi Laurent Biuleau e Jung Henin, o Wolf Children di Mamoru Hosoda, rappresenta la massima soddisfazione per il Festival. Perché vuol dire presentare al proprio pubblico il meglio della produzione contemporanea del momento, scelta e proposta in un piatto d’argento agli spettatori che, dal FFF, si aspettano proprio questo.
_x000D_La soddisfazione quest’anno è stata anche poter organizzare a Bologna, in Piazza Maggiore, la mostra Universal Classic Monsters, dedicata ai mostri classici della Universal e presentata così gratuitamente a tutta la città.
_x000D_Soddisfazione enorme il consolidamento del Board of Honor del FFF, con l’aggiunta di nomi di rilievo come Bill Laswell e Peter Lord accanto ai nomi che hanno visto la nascita di questo comitato, volto allo sviluppo del Festival: Bruno Bozzetto, Ikue Mori, Bill Plympton, Bruce Sterling, Leslie Iwerks.
_x000D_Soddisfazione anche per l’omaggio a Calimero, un personaggio-icona dell’animazione italiana del passato che, adesso, grazie all’instancabile lavoro di Marco Pagot, diventerà una nuovissima serie tv realizzata in collaborazione con la Francia.
_x000D_Le soddisfazioni, però, si sa, si valutano meglio nel post-manifestazione.
il futuroNel futuro del FFF, gioco di parole spesso fatto sia da giornalisti che da noi dello staff, vediamo alcune difficoltà da superare, come detto, e una strada da perseguire: lo sviluppo del Future Film Festival con collaborazioni sempre più interessanti con le avanguardie dell'animazione e del cinema contemporaneo, così come con autori e case di produzione internazionali, e la crescita di ExpoPixel come marketplace dedicato ai professionisti del settore in Italia e non solo: nuove imprese, startup, e imprese che devono confrontarsi con successo con i cambiamenti del settore e del business oggi. Dalle App alle webseries, un mercato sempre in divenire che deve essere compreso dal settore dell'animazione e del cinema.
DOPO
le maggiori difficoltàA festival concluso, si fanno i bilanci dell'evento e si tirano le somme. Sempre da un punto di vista di chi questo Festival l'ha creato, dunque non è detto che le difficoltà o i difetti che io posso riscontrare siano effettivamente tutte le difficoltà che il Festival ha avuto. Una difficoltà, legata alla natura stessa dei due eventi, è stato il collegamento tra Future Film Festival e ExpoPixel. Non parlo solo di un collegamento "fisico", c'era un servizio navetta gratuito che collegava le due sedi, il tempo era bello e non ci sono state difficoltà in quel senso, anche se le due sedi sono situate, logisticamente, in due parti diverse della città. ExpoPixel è nata come fiera-costola del FFF, per professionisti e studenti, curiosi di tecnologia che vorrebbero lavorare nell'ambito del digital entertainment. Il pubblico del Future Film Festival ha vissuto in modo forse un po' diverso la fiera, considerandola qualcosa di diverso dal FFF. E così con nostra sorpresa il pubblico di ExpoPixel è stato solo in parte quello del Festival, e in parte invece completamente nuovo. Questo ci fa pensare che un'altra difficoltà che abbiamo riscontrato durante il Future Film Festival sono stati gli spazi per le proiezioni. La location della Cineteca di Bologna è bellissima, e molto adatta anche per eventi esterni. Quest'anno, però, le sale sono state insufficienti a contenere il pubblico della manifestazione, che spesso è rimasto fuori.
le soddisfazioniLa prima soddisfazione è quella di essere arrivati alla quindicesima edizione del Future Film Festival, un traguardo importante per tutti quelli che ci hanno lavorato dall'inizio ma anche per quelli che ci lavorano da meno tempo. In Italia, portare avanti la ricerca non è sempre facile e il FFF lo ha fatto finora contando sulle proprie forze, con una rete di collaborazioni internazionali importanti e riconoscimenti pubblici che gli hanno permesso di rimanere in piedi proponendo sempre novità interessanti nel campo del cinema d'animazione, degli effetti visivi e del mondo dell'entertainment in generale. Soddisfazione anche per aver lavorato alla prima edizione di ExpoPixel, fiera di settori da alcuni già definita la "piccola Cannes" italiana. Ogni volta che nasce un nuovo progetto, il team del Festival si arricchisce di esperienza e allo stesso tempo porta nuova linfa a tutti i progetti storici dell'Associazione, compreso il Future Film Kids che proprio nel 2013 compie dieci anni. Oltre a questo, il fatto di vedere sale piene e pubblico in abbondanza al Festival e ad ExpoPixel non può che farci piacere, perché dimostra che non solo esistiamo e continuiamo a proporre contenuti, ma che questi contenuti sono interessanti per il pubblico e per la critica.
il futuroIl futuro riserva alcune incognite, come la direzione da prendere per le nuove edizioni di FFF ed ExpoPixel, visto che il digital entertainment cambia molto velocemente e ogni due mesi ci sono novità rilevanti, tendenze interessanti e nuovi percorsi da seguire. Aprire nuove collaborazioni sarà tanto importante quanto consolidare quelle esistenti, e come abbiamo fatto per il 2013, in cui abbiamo chiesto la collaborazione della Aardman Animations per la realizzazione della mascotte del FFF, cercheremo nuove collaborazioni per la prossima mascotte. Dalla sinergia di intenti con l'Assessorato alla Cultura del Comune di Bologna e della Regione Emilia-Romagna, crediamo inoltre possano nascere nuove iniziative, volte a valorizzare chi si occupa di contemporaneo sul territorio, e costruendo nuovi strumenti utili per chi vuole iniziare a guardare questo settore come possibile mondo del lavoro. Mantenendo, sempre, un'ottica tanto internazionale quanto attenta a quello che succede in Italia.