Thriller

PRESO IN TRAPPOLA

Titolo OriginaleUndertow
NazioneU.S.A.
Anno Produzione1996
Genere
Durata93'

TRAMA

Dopo un incidente stradale, Jack si ritrova nella casa sperduta nel bosco di due coniugi. Il padrone di casa è poco ospitale e lo rinchiude in una stanza.

RECENSIONI

Quando, a soli 35 anni, la propria poetica diventa maniera senza talento, il percorso artistico è ad un'impasse. Eric Red è il creatore di The Hitcher, lo sceneggiatore de Il Buio si Avvicina e Blue Steel di Kathryn Bigelow (che qui ricambia collaborando allo script), il regista de Le Strade della Paura. Il suo è un universo regolato da stilemi riconoscibili, fra sangue, rapporti di potere esasperanti, figure diaboliche sul terreno di guerra, situazioni estreme o talmente paradossali/feroci da apparire allo stesso tempo incredibili ed inquietanti. La “risacca” del titolo originale in questa opera televisiva è una casa in mezzo al bosco dove inizia il thriller da camera (e il pericoloso triangolo a tre) e finisce l’appena abbozzato “on the road”. Fuori infuria il temporale. È l’eco lontano del buon cinema di Red che, appunto, si blocca e marcisce nella trappola degli stereotipi e delle inverosimiglianze. Tocca a Charles Dance (dopo Rutger Hauer, Roy Scheider, Jeff Fahey e il Mickey Rourke de L'Ultimo Fuorilegge) dare corpo alla tipica figura rediana malata d’onnipotenza e dispensatrice di paura. Red è indeciso se dargli un’anima (ogni tanto ha dei modi gentili, anche la sua follia è figlia della paura) o imprigionarlo in un corpo mitico da odiare: prima maschilista e misantropo, poi improvvisamente infantile (in candida competizione: il gioco della sigaretta), marito innamorato, il prodotto di una cultura retrograda. Di nuovo gratuitamente sadico, senza attenuanti. Tutti gli approcci psicologici sono sfasati, vedi anche il personaggio interpretato da Mia Sara, atterrito e un attimo dopo lascivo senza ripensamenti. Perché mai, poi, Jack non tenta subito in tutti i modi di fuggire? Per quale motivo Lyle non vuole che se ne vada? Non mancano delle pagine gustose: le flessioni contemporanee all’amplesso, la mano usata come un martello, la rabbia contro il cielo, l’insolita “grazia” concessa, più che alla potenziale vittima, alla moglie di lei innamorata. Tipico di Red il gioco finale al massacro: purtroppo è pieno di virgole fuori posto, con la balestra che è reiteratamente più veloce di un fucile a canne mozze. Ridondante l’uso del ralenti.