Animazione

PIRATI! BRIGANTI DA STRAPAZZO

Titolo OriginaleThe Pirates! Band of Misfits
NazioneGran Bretagna/ U.S.A.
Anno Produzione2012
Durata88'
Sceneggiatura
Tratto dadal romanzo Pirati! di Gideon Defoe
Fotografia
Scenografia

TRAMA

Capitan Pirata e la sua ciurma spericolata tentano di sconfiggere i rivali Black Bellamy e Cutlass Liz per conquistare l’agognato trofeo di “Pirata dell’Anno”. Durante le loro avventure si imbatteranno nella temibile regina Vittoria e in un giovane Charles Darwin.

RECENSIONI

 

Sembra folle proporre un soggetto basato su avventure di pirati dopo che la tetralogia Pirati dei Caraibi ha colonizzato l'immaginario collettivo proponendo, senza troppa verve invero, tutte le possibili varianti in merito, e considerando anche che, a parte la saga da parco giochi con Johnny Depp, i pirati non hanno mai portato fortuna al botteghino (vedi Il film pirata di Ken Annakin, ma soprattutto i più ambiziosi Pirati di Roman Polanski e Corsari di Renny Harlin). Invece Peter Lord e Jeff Newitt, ispirandosi liberamente al libro "Pirati!" di Gideon Defoe (anche sceneggiatore), si buttano con entusiasmo nell'impresa - attraverso la Aardman Animations per la Sony Pictures Animation - e i risultati sono davvero spumeggianti. Il punto di forza della Aardman, a partire dal successo globale di Galline in fuga (ma anche prima, basta pensare allo strepitoso cortometraggio I pantaloni sbagliati), è sempre stata la grande attenzione per i personaggi, rigorosamente in plastilina e animati in stop-motion. Il tutto condito da un umorismo sottile, tendenzialmente caustico e irriverente, dagli esiti piacevolmente stranianti, con effetti comici derivanti più dalla mimica dei personaggi e da tempi perfettamente calibrati che dall’originalità del soggetto. Le novità del nuovo lungometraggio sono l'utilizzo della tecnica stereoscopica e le riprese in digitale, infatti mare e cielo sono completamente di sintesi e molti spettacolari totali, ma non solo, derivano da interventi in computer grafica in post-produzione. Al di là di un uso funzionale delle nuove tecnologie, però, la ricetta Aardman si mantiene inalterata. E continua a funzionare.

La sceneggiatura e le immagini procedono in brillante simbiosi grazie a una progressione che non trova il punto di arrivo nell’effervescenza di singole gag (un po' il limite delle ultime produzioni Dreamworks), ma tiene sempre presente l'organicità, sgangherata ma sempre sotto controllo, dell'insieme. Ancora una volta eccezionali le caratterizzazioni dei personaggi, nessuno escluso. A parte il protagonista, simpaticamente burbero e loser, la differenza la fanno i ruoli di contorno, tutti curati nel minimo dettaglio e in grado di imporsi nella memoria. La loro forza è quella di avere tratti, sia psicologici che fisici, essenziali ma immediatamente riconoscibili: la ciurma scalcagnata (il pirata con la gotta, quello albino, la donna travestita da uomo), il mesto Charles Darwin, il suo irresistibile servitore scimmiesco e muto (alter-ego del cane Gromit per l'espressività prodigiosa dei suoi silenzi), fino all'irascibile e cattivissima regina Vittoria, dileggiata con sarcastico brio. Nello scoppiettio generale c'è spazio anche per un'arguta frecciata politica. Inevitabili, infatti, nella messa in scena del banchetto di animali in via d'estinzione organizzato dai potenti della terra, i riferimenti all'autoreferenzialità, e all’utilità discutibile, dei forum delle potenze più industrializzate del mondo. Efficace anche il doppiaggio in lingua originale, con un sardonico Hugh Grant nei panni in plastilina di Capitan Pirata e una ficcante Imelda Staunton in quelli extra-large, arcigni e rigorosamente british della regina Vittoria. Ruoli che il doppiaggio italiano ha affidato a Christian De Sica e Luciana Littizzetto, speriamo in versione non eccessivamente vernacolare (il ricordo di un Ortone in stridente romanesco è, ahimè, ancora nitido).