
TRAMA
Frankie e Johnny lavorano entrambe all’Apollo Cafè: lei è una cameriera e una donna disillusa dall’amore. Lui, un cuoco da poco uscito di prigione, innamorato di lei, che cerca di ridarle fiducia nei moti di cuore.
RECENSIONI
Il dramma teatrale di Terrence McNally (anche sceneggiatore) tratta della paura d’amare dopo le “scottature” e ambisce a ergersi quale trattato critico sul rapporto di coppia: sul palcoscenico, dove l’azione si svolgeva tutta nel Diner greco, non potevano che risaltare le prove dei due protagonisti (erano Kathy Bates e F. Murray-Abraham). Nonostante l’aggiunta di qualche carattere minore e un’azione spostata anche nel resto della città (New York), non è diverso per la trasposizione filmica: magnifica Michelle Pfeiffer (che cita anche Colazione da Tiffany nel finale), meno convincente Al Pacino che, nei panni dell’innamorato, è un poco spaesato. Garry Marshall, per fortuna, ha un gran mestiere: sta addosso agli interpreti e ne valorizza i caratteri, è capace di sottigliezze espressive, sa sfiorare in modo esaustivo i temi più profondi, riesce a essere credibile (realistico) in un impianto che ama divagazioni nella commedia più divertente. Quel che manca, a tutta l’operazione, è il peperoncino, la nota meno consolatoria che tenga a distanza la favola senza, per questo, sporcarsi nel cinismo.
