Drammatico

PARKED

Titolo OriginaleParked
NazioneIrlanda/ Finlandia
Anno Produzione2010

TRAMA

Fred Daly vive in solitudine nella propria automobile; le sue giornate scorrono tranquille finché non gli si parcheggia vicino una piccola macchina gialla, di proprietà di Cathal. Accanito fumatore d’erba, il ragazzo sprona Fred a dare una svolta alla sua esistenza, riuscendo nel suo intento; l’uomo arreda la sua auto come una vera casa e conosce Juliana, un’attraente insegnante di musica. Fred ha però difficoltà a vivere serenamente il nuovo rapporto perché non osa rivelare a Juliana dove abita. Cathal intanto è sempre più dipendente dall’uso di stupefacenti.

RECENSIONI


Parked è l’istantanea di un uomo, un emigrante al contrario, che vuole diventare la raffigurazione (sconnessa) di uno Stato - l’Irlanda -  già lontano dall’essere Celtic Tiger, “castello di carte” ormai crollato che non permette dialogo con il cittadino bensì diventa muto e assente, annegato  con  il collasso delle banche e schiacciato dagli innumerevoli tagli. La commedia ottimista inglese di Stephen Frears (The Snapper, The Van) – quella della gente dei  quartieri popolari che alla fine riesce a cavarsela – soccombe davanti a un futuro che sembra essere senza speranza. Il protagonista - che ha di gran lunga superato i cinquanta - riesce a scampare alla vita di senza-tetto, ma per i giovani non c’è spazio, non c’è futuro né riscatto in una società annientata  al suo interno. Il film mostra gli sbagli e le scelte abortite però fa l’errore di non prendersi veramente sul serio, non indaga sulle difficili sfaccettature di una nazione alla deriva, ma si concentra più del dovuto sul rapporto d’amore veramente troppo scontato tra Fred e Juliana, sull’amicizia  tra il vecchio e il giovane, su un umorismo ai limiti dell’ingenuità che manca d’introspezione in cui la differenza generazionale perde di spessore per diventare solo  motivo  di humour in direzione di  una fine amara,  ma davvero un po’ troppo consolatoria.  Parked fa della descrizione di un contemporaneo asciutto e asettico, delle molte visioni scorciate, degli orizzonti freddissimi (il mare d’inverno), sua desolante cifra stilistica; ma la costruzione di sequenze stranianti non lo svincolano da registri troppo convenzionali propri del genere della commedia e di un certo realismo inglese già troppo sperimentato e che non riesce mai a rinnovarsi veramente.

Mariella Lazzarin