TRAMA
Alice è sola, chissà perché. Ma ha un consigliere d’eccezione: Woody Allen, che le risponde dal manifesto appeso in camera sua
RECENSIONI
Da una commedia francese che si ispira affettuosamente quanto spudoratamente al mito di Woody Allen sarebbe lecito aspettarsi una rivisitazione ammiccante - e più o meno creativa - del suo stile. Ci si aspetterebbe, e infatti ci si aspetta, entrando in sala, di trovare dialoghi intelligenti e scoppiettanti, un pizzico di sano intellettualismo snob che aggancia una compiaciuta complicità negli alleniani, un riconoscimento in un universo sentito (o sognato) affine.
Paris Manhattan è invece una commediola più o meno nulla, che fallisce proprio dove non poteva, cioè nell'utilizzo produttivo del suo spunto citazionistico.
Se togliamo un po' di nevrosi, un contesto sociale alto-borghese ed una città che ama corrisposta il regista newyorchese non c'è poi molto Allen in Paris Manhattan.
Sembra francamente troppo poco vedere la protagonista che affronta le proprie bizze sentimentali interrogando il poster di Allen e sentendosi rispondere con le frasi celebri dei suoi film. E convince ancora meno il fatto che la donna dispensi ai clienti della sua farmacia dvd dei film del regista.
Questi riferimenti doverosi vanno perdendo sempre più centralità nel corso della visione, che propina a ritmo di sbadiglio una storia stiracchiata.
La protagonista è incomprensibilmente mal adattata al suo ambiente ed alla vita ed inspiegabilmente sola, al solo scopo di farne un esemplare di diversità e non omologazione, senza che nulla ci racconti come. Sconta il confronto con una sorella dataci sulla fiducia come esempio di perfezione e successo, salvo poi spiegazzarne l'immagine con la rivelazione di un segreto "scabroso".
Mettendo in scena personaggi non particolarmente interessanti, e comunque in molti casi senza meta narrativa precisa, il film si riduce ad una classica ricerca del partner giusto da parte dell'eroina in difficoltà. E la morale è che, forse, basta che funzioni, sia che ciò comporti preferire un uomo poco affine ad uno apparentemente ideale, sia che comporti instaurare un menage a trois a pagamento per mantenere vivo un rapporto di lunga durata.
La qualità delle gag si aggira sempre intorno alla mediocrità e varia da quella pessima dell'incursione segreta in casa della sorella alla ricerca di prove di adulterio del marito di lei, con il patetico rifugio nel lettone e l'incontro casuale con i genitori (una scena praticamente senza vergogna) alla più digeribile, quella della rapina in farmacia. Resta però abbastanza imbarazzante il salvataggio del rapinatore, che con qualche film di Allen potrà rifarsi una vita, ed il successivo incontro della protagonista con lo stesso, che ringraziandola vorrebbe restituirle i dvd; lei però, dice che non le servono più (!).
Woody Allen deve aver moderatamente apprezzato perché si è concesso in carne ed ossa nel finale; al volo, però, un contentino per gli spettatori paganti.
Provaci ancora Sam è infinitamente lontano, però. La commedia sofisticata anche.