TRAMA
ATTIVITA’ PARANORMALE, Un avvenimento di origine sconosciuta che non può essere spiegato logicamente o scientificamente.
RECENSIONI
Il meccanismo è piuttosto semplice: uno spontaneo filmino amatoriale di una coppia di fidanzati che convivono in casa. Lui si crede regista (il vero autore è in realtà invisibile) e tenta di canalizzare, grazie ad un micro-set allestito in camera da letto (telecamera digitale con tanto di ottica grandangolare collegata ad un portatile, registratore EVP per captare tracce sonore in puro stile metafonico), lattività paranormale che ha sempre ossessionato Lei.
Questo documentario casalingo è tutto giocato sullattesa, alternando i trastulli dei due durante il giorno (camera a mano o poggiata sulle più varie superfici, operatore intercambiabile) con le riprese su cavalletto notturne, durante le quali il sonno dei protagonisti viene disturbato da fenomeni inspiegabili (la timeline che accelera dimprovviso ci avvisa delleminente pericolo). A lungo andare lincosciente curiosità si trasforma in un dramma psico-fisico, perché un'entità (apparentemente) cè e, dal giochicchiare sbattendo le porte, manifesta, in maniera graduale, il desiderio di possedere il corpo della ragazza.
Il funzionamento o no della suspense è cosa alquanto personale. Cè da dire che la tiritera a lungo andare stanca, non mantiene una tensione costante e, sebbene ricerchi nella verosomiglianza degli attori un perno per immedesimare lo spettatore, questa risulta un po carente (a parte qualche urlo o piagnucolio, rimaniamo stupiti dal self-control generale). Per non parlare del finale che sconvolge per prevedibilità.
Detto questo, desta interesse la scelta dellautore, nel suo adagiarsi, ma allo stesso tempo distinguersi in un territorio dellhorror-movie già da molti esplorato. Paranormal Activity è infatti un lavoro che gioca per sottrazione. Prima di tutto il mostro in questione non appare fisicamente, è invisibile. Anche il capostipite The Blair Witch Project optava per una scelta simile, ma sempre mantenendo una differenza fondamentale: luso del fuoricampo. La strega cera, pedinava la comitiva di ragazzi nel bosco, lasciava delle tracce e infine, nella soggettiva-telecamera che si schiantava in terra affermava la sua presenza. Il pericolo quindi era, come nel più classico cliché spaziale di genere, originato dal fuoricampo. Qui invece tutto è rappresentato dallo sguardo della mdp, lentità la vediamo solo per come agisce nel profilmico, sappiamo che è lì davanti a noi (cè una fortissima radicalizzazione voyeuristica nelloggettiva che vaglia la stanza infestata), alza le coperte, fa scricchiolare il parquet, ma ci viene negato la più goduriosa delle attese. E il mostro? Che aspetto ha? Il lavoro di mutilazione prosegue nel togliere la soggettività dello sguardo. Di solito siamo di fronte ad un operatore perennemente traballante, che rincorre il pericolo quasi fosse di fronte ad un Luna Park (Rec e Rec 2 per esempio), esplora lo spazio dinamicamente, per imbattersi in zombie, indemoniati o qualsivoglia creatura. Niente di tutto ciò. Lo spazio è cristallizzato in un'unico piano (salvo qualche scorribanda da panico generale), l'origine di quello che assistiamo è frutto del supporto digitale.
Eccoci arrivati al punto caldo, nella sua allusa e forse non troppo ardua riflessione metacinematografica. Da un sentore che cresce progressivamente, fino ad essere dichiarato con schiettezza (Katie inizia ad aver paura della telecamera che la punta, scarica su di lei la colpa di tutto quello che sta avvenendo; il demonologo sull'uscio della porta, dice che si sente osservato dall'entità, la percepisce, e guarda in camera), si arriva al vero e proprio manifesto di tale intenzione: Micah trova su internet la storia di una ragazza con simili precedenti che, posseduta, era morta a seguito di un'autocannibalizzazione (i due possono vedere il filmino stile-esorcista on streaming). Il destino della sua fidanzata è quindi segnato nello stesso momento in cui vede tale filmato. Il mezzo di comunicazione è il Male da affrontare, colui che plasma l'immaginario collettivo con ossessioni e fobie (un discorso simile era presente in Rec2), colui che si insinua invisibile nella psiche dell'individuo, contaminandola. Ci osserva e ci vampirizza.
Ebbene sì, il vero Demone è la Mdp.

La cosa migliore del film sono sicuramente i piani sequenza fissi sulla coppia che dorme. La scelta è azzeccata da almeno tre punti di vista.
1) Ha un plusvalore di verosimiglianza rispetto al difetto storico di queste produzioni (ormai è un genere) che sfruttano lartificio del filmato più o meno amatoriale: da Cannibal Holocaust a Cloverfield passando per The Blair Witch Project e REC ci si chiede sempre come sia possibile che lo sventurato cameraman abbia ancora modo e voglia di filmare in situazioni a dir poco - limite. In Paranormal Activity cè in questi frangenti una videocamera su un cavalletto e dunque perfetta coerenza interna (non cè nessuno che riprende). La sospensione dincredulità è salva.
2) Il taglio dellinquadratura e la disposizione del profilmico sono davvero funzionali e ben pensati. Manca un reale catalizzatore dellattenzione spettatoriale, è un piano mancante di centro. Lo sguardo va più o meno dove vuole (citerei Bazin, se non temessi di suonare scolastico) e la ricerca di qualche Paranormal Activity spazia senza soluzione di continuità, di suspense e di libertà dal letto dei due fidanzati alla profondità di campo del classico binomio horror scale-corridoio. Il realismo passa anche di qui.
3) Accarezza lipotesi di costruire qualcosa di come dire artistico. Lidea di un horror costruito con lunghi piani fissi sul nulla è intrigante. Ma Oran Peli non è Andy Warhol e il suo pseudo-Sleep è solo potenziale (o magari esclusivo frutto della fantasia di scrive), giacché arrivano i FastForward che corrono al dunque a rovinare tutto (non che si potesse fare altrimenti, forse, ma un minimo di coraggio in più, in termini di durata dellinquadratura, avrebbe forse giovato).
(Quasi) Tutto il resto è noia. Come ben scrive Compiani, la tensione non è affatto costante. Lalternanza giorno / riprese quotidiane di discussioni e litigate notte / piano sequenza spettrale, stanca in fretta e Peli non è in grado di fornire molti appigli allattenzione spettatoriale. Le premesse/promesse sono, dunque, in gran parte disattese e quando il film esplode (giusto nel finale) è già tardi. Per non parlare della qualità dellesplosione stessa. A un pre-finale fuori campo tutto sommato buono, segue il finale vero e proprio che in pochi secondi regala due cliché horrorifici che tutto il film sembrava aver intenzionalmente evitato: limprovvisata da sobbalzo (il corpo di lui scagliato verso la videocamera) e la possessione demoniaca con sguardo luciferino, con tanto di quasi auto parodico slancio conclusivo verso lo schermo/spettatore ¹.
