TRAMA
Ricco, avventuroso, patito di jazz, Jervis Pendleton III prende a cuore le sorti dell’orfana Julie di diciotto anni, conosciuta in Francia: la mantiene senza mai palesarsi, lei lo soprannomina “papà gambalunga”.
RECENSIONI
Le corde di Jean Negulesco (autore anche del dipinto che ritrae, stile Picasso, Jervis Pendleton III) sono sempre troppo patetiche, ma la simpatia e la bravura di Fred Astaire e Leslie Caron sopperiscono in questa favola musicale con canzoni di Johnny Mercer ("Something's Gotta Give" è diventata un classico): l’attore perse la moglie durante le riprese, continuò stoicamente e chissà che il dolore non abbia influito in sfumature commoventi della recitazione. Il grande ballerino può sfruttare, nei movimenti, il maggior spazio a disposizione concesso dal Cinemascope: il numero musicale migliore è ‘Slue-foot’ (strepitoso nei movimenti di gamba) e, seppure le coreografie di Roland Petit, stagliate nei colori a pastello, non siano sempre irresistibili, sono buffi i numeri dove l’orfanella immagina le vestigia del suo benefattore. Non essendo un film che vuole scuotere le coscienze e cambiare i costumi sessuali, il fatto che dia per scontato che non ci sia nulla di male, per l’amore, nella differenza d’età e di ruoli (padre/figlia, praticamente), la dice lunga su quanto la cultura influenzi la morale. I coniugi sceneggiatori Phoebe e Henry Ephron (genitori della Nora che scriverà Harry ti Presento Sally) traggono ispirazione dal romanzo di Jean Webster (1912) che, al cinema, ha avuto molta fortuna (era anche alla base del Riccioli d’Oro con Shirley Temple).
