Commedia, Recensione

PALOMBELLA ROSSA

TRAMA

L’esponente del PCI Michele Apicella, dopo un incidente, soffre di amnesia. Mentre gioca a pallanuoto, ripensa al passato, guarda Il Dottor Zivago, è intervistato.

RECENSIONI

L’esponente del Partito Comunista perde la memoria storica e Nanni Moretti, ex-giocatore professionista di pallanuoto, paragona la sua situazione alla palombella rossa, un tiro insidioso, nella piscina della sua mente. Per ricchezza di allegorie, lo sguardo diventa sempre più surreale, con un’intelligenza d’analisi che non ha pari nel cinema italiano. Fra simbolismi e critiche lucide a politici e giornalisti (che massacrano l’italiano), Moretti addita anche il qualunquismo e la confusione degli ideali. Con una sapienza impensabile nell’economia delle opere precedenti, l’autore, anche eccezionale attore e creatore di una maschera, governa con genio questo U.F.O. nella sua filmografia presagito dagli onirismi di Sogni d’Oro, facendolo “volare” alto nell’irrealtà, con personaggi-mezzo di sarcasmo e riflessioni sagaci. Abbandona le linee narrative in un modo simile ma differente dai film degli esordi (citati da Fabio Traversa con la battuta “Ti ricordi? Ti ricordi?” e da spezzoni del cortometraggio del 1973 La Sconfitta), si culla nell’amore per Il Dottor Zivago, reitera le sequenze e riflette le contraddizioni della politica, la crisi del partito, il crollo del muro di Berlino. La partita continua, si perde senza saperlo, l’arbitro ha bisogno di uno psicanalista (il critico Giovanni Buttafava, già in Bianca). Capolavoro ambizioso, stravagante, insieme incazzato e soave (a pennello “I’m on Fire’ di Bruce Springsteen).