Drammatico

PALE FLOWER

Titolo OriginaleKawaita Hana
NazioneGiappone
Anno Produzione1964
Genere
  • 67346
Durata96'

TRAMA

Maruki, gangster della yakuza appena uscito di prigione per omicidio, incontra Saeko, una giocatrice dell’upper class

RECENSIONI


Nel 150esimo anniversario dell’amicizia Giappone-New York, il New York Film Festival celebra il grande maestro Masahiro Shinoda, figura chiave della New Wave giapponese, regista in bilico fra l’estetica della tradizione e il rinnovamento offerto dalle nuove ondate europee della modernità. Maruki (Ryô Ikebe), un gangster yakuza consumato, esce di prigione dopo una lunga condanna per omicidio. Ributtatosi nel gioco, sua vecchia passione, incontra la giovane e avvenente Saeko (Mariko Kaga), giocatrice spericolata e indipendente. La donna, affascinata dal silenzioso e affascinante malavitoso, lo convince a lasciarla entrare in un giro di scommesse ancora più pericoloso ed esclusivo. Nel frattempo, il mondo della criminalità organizzata è in subbuglio, e le alleanze per cui Maruki ha affrontato la prigione sembrano non valere più molto. Sconfitto e amareggiato, l’elegante criminale si offre volontario per una nuova missione ad alto profilo, che non può che condurlo nuovamente in prigione: uccidere all’arma bianca il boss della gang rivale. Ma le motivazioni che lo spingono sono più personali che professionali; facendo assistere Saeko allo spettacolo di un omicidio, Maruki spera di strappare la giovane donna alla sua nascente ossessione per una forma di intrattenimento ancora più autodistruttiva del gioco d’azzardo: l’eroina.

Un gioiello di virtuosismi stilistici, Kawaita hana è uno sguardo nichilistico al sottobosco della criminalità metropolitana, i cui i personaggi si muovono con pesantezza, portandosi dietro il loro bagaglio di stanchezza e disperazione interiore che trasuda sullo schermo, filtrata solo dal fumo delle bianche sigarette e mitigata dai costumi elegantissimi ed impeccabili. Ryô Ikebe è perfetto nel ruolo del gangster imbronciato e cool, e la sua controparte femminile Mariko Kaga si distingue per la fragilità del suo glamour francesizzante. Bellissima la fotografia di Masao Kosugi, spesso inchiostrata di neri impenetrabili, a tratti illuminata da bagliori quasi accecanti, corredata da un uso mesmerizzante dello slow motion, quasi ad anticipare le prodezze di Wong Kar-Wai. Memorabile l’uso della musica di Purcell durante la scena dell’omicidio, quasi a sublimare la corporalità cruda delle immagini. Ostacolato dalla censura all’epoca della sua uscita, il “fiore appassito” di Masahiro Shinoda è un film che da riscoprire assolutamente, e che va collocato fra i grandi capolavori del suo decennio.