Commedia, Recensione

PADDINGTON

Titolo OriginalePaddington
NazioneCanada/ Francia/ Gran Bretagna
Anno Produzione2014
Genere
Durata95'
Sceneggiatura
Tratto daA bear called Paddington di Michael Bond
Fotografia
Montaggio
Scenografia
Musiche

TRAMA

Cresciuto serenamente in Perù con gli zii, un orsetto vede la propria esistenza sconvolta da un devastante terremoto. Parte allora alla volta della vagheggiata Londra, nella speranza di essere adottato.

RECENSIONI

La trasposizione cinematografica delle avventure cartacee di Paddington è una favola per famiglie intrisa di spirito british e, nonostante l'ambientazione contemporanea, con un sapore d'altri tempi. Il primo libro venne scritto dall'inglese Michael Bond nel 1958 facendo del personaggio un piccolo mito nazionale emblema di buoni sentimenti; il film è fedele alla sua fonte letteraria nella sostanza e nello spirito. A dispetto delle sue origini peruviane l'orsetto protagonista è un perfetto inglese: educato fino alla formalità, composto persino quando combina guai involontari, affezionato alle tradizioni ed alle abitudini quanto alla marmellata d'arancia portata da un esploratore inglese ai suoi zii in Perù. Paddington è poi un orso umanizzato che unisce il candore di un bambino alla sottile malinconia di un orfano in cerca d'affetto. La città di Londra è molto più di un mero scenario della storia, sin da quando diventa luogo quasi leggendario nell'immaginazione degli orsi peruviani con cui l'esploratore stringe amicizia, fino al momento in cui l'orsetto prende il nome da una delle sue stazioni.

Tra tenerezza, gag fisiche e qualche sequenza di suspense ed azione, il film racconta soprattutto l'incontro tra Paddington ed una famiglia incerta se accoglierlo al suo interno. La famiglia in questione e le sue dinamiche ricordano molto i Banks di Mary Poppins. Un gruppo che in fondo si vuol bene ma ha dimenticato di dimostrarselo perdendo smalto ed entusiasmo. Il padre - l'inglesissimo Hugh Bonneville - diventando genitore ha archiviato non solo la Bonneville (la moto, in questo caso), ma anche gioventù e coraggio, soffocate dal senso di responsabilità e dalle apprensioni per i figli. La madre - Sally Hawkins - rappresenta l'eccesso opposto, stravagante, empatica ed estroversa al punto da faticare, nonostante le migliori intenzioni, ad entrare in contatto con i ragazzi senza travolgerli. Le insicurezze di una adolescente ossessionata dal timore di apparire strana e diversa agli occhi degli altri non aiutano dialogo e comunicazione nel nucleo famigliare. Con parabola poppinsiana, solo nel finale il papà riesce ad aprirsi nuovamente con fiducia al prossimo, accogliere Paddington e, grazie ad un'impresa ardita, a diventare addirittura un eroe per i propri figli e la propria moglie. A raggiungere quest'obiettivo concorrono l'ingenuo affetto dell'orsetto in cerca di casa e la molla del pericolo. Il pericolo è in questo caso incarnato dalla perfida tassidermista Nicole Kidman, in un ruolo che ricorda da vicino quello interpretato nel poco fortunato fantasy per ragazzi La bussola d'oro. Anche qui biondissima, algida e spietata, in questo caso in cerca di vendetta. Nel contesto di un film di buoni sentimenti votato al lieto fine il suo personaggio regge bene e beneficia dell'umorismo inserito nelle scene con la sua scalcagnata spalla villain, il vicino di casa paranoico. Vasetto di miele ed Aquila feroce funzionano piuttosto bene, mentre sono forse oltre tempo massimo le citazioni dei vari Mission: impossible. La favola di Paddington è riuscita nella semplicità dei suoi ingredienti: tenerezza, momenti di comicità, personaggi simpatici in evoluzione.