OPERAI, CONTADINI

Anno Produzione2001

TRAMA

Nelle voci di dodici personaggi rivivono i momenti di un periodo della loro vita, all’epoca della Resistenza.

RECENSIONI

Ancora Vittorini, dopo CONVERSAZIONI IN SICILIA, DONNE DI MESSINA. In un meraviglioso bosco della Toscana i dodici attori declamano il testo, rimanendo immobili. La camera si sposta dall'uno all'altro: alcuni recitano a memoria, altri leggono, dominando su tutto un'ironica negazione del dato finzionale e, nello stesso tempo, avvicinandosi il carattere della rappresentazione a una sorta di processo storico. Film difficile, certo, ma innegabile è il suo fascino che conferma la predilizione da parte dei due cineasti, di una rappresentazione cinematografica nuda, essenziale, radicalmente frontale (e siamo sicuri che è proprio questo aspetto, l'insistita staticità della macchina da presa su questi corpi recitanti e la sua ostentata teatralità, a condurre, tra gli altri, un regista come Greenaway, lontanissimo dal mondo e dalla poetica dei due, a sottolineare l'importanza della loro opera). La storia è quella di due classi lavoratrici che lottano e patiscono e il cui dramma emerge dalle semplici parole di chi vi appartiene senza sottolineature, magniloquenze o facilitazioni scenografiche. Cinema materico, che non sa cosa sia l'effetto, che patirebbe un qualsiasi orpello come un cancro mortale.