TRAMA
Un killer proveniente dalla Cina continentale viene assoldato da un capobanda di Hong Kong per uccidere un boss rivale, ma il piano inizia a vacillare quando il sicario incontra per caso una prostituta cinese e la protegge da un cliente manesco.
RECENSIONI
Sulle strade di Hong Kong
Ancora conflitti fra le triadi di Hong Kong con doppi giochi e scontri violentissimi. Il tutto sulle strade affollate di uno dei quartieri più movimentati della metropoli alla vigilia del Natale, dove lo shopping all'ombra dei grattacieli cede il passo ai festeggiamenti notturni. Ovviamente non è l'originalità il punto di forza del lungometraggio di Derek Yee, perché di guerre tra bande rivali, soprattutto calate nella realtà orientale, si rischia davvero di non poterne più. Ma superata la banalità delle premesse, ci si trova invischiati in un racconto molto ben strutturato dove l'azione ha un ritmo vorticoso e non prova mai a sostituirsi alle psicologie dei personaggi che, infatti, risultano caratterizzati in modo organico. Non tutto è subito chiaro nel copione imbastito da Yee, ma la narrazione permette di capire le dinamiche essenziali dell'azione e di approfondire a posteriori gli interrogativi in cerca di risposta. C'è sempre un'esigenza contingente a cui sottostare e manca il tempo per porsi domande sul come e il perché. La coralità della sceneggiatura trova sbocco in almeno due personaggi molto ben delineati, il sicario e la prostituta. Anche in questo caso nessuna originalità nella contrapposizione tra l'uomo silenzioso con parecchi segreti e la donna disperata ma vitale, accomunati da uno spaesamento geografico e culturale (sono entrambi immigrati cinesi). Il merito è anche delle intense interpretazioni di Daniel Wu, che agisce di sottrazione per dare spessore all'introversione del personaggio, e Cecilia Cheung, perfetta simbiosi di grazia e determinazione. Meno efficace la descrizione della squadra di poliziotti, con troppi personaggi a cui risulta difficile abituarsi e, di conseguenza, affezionarsi. Ironica anche la presa di posizione, certamente non casuale, nei confronti della polizia che, nonostante la grande organizzazione interna, arriva al successo solo per caso e dopo una serie di imperdonabili errori. Molto ben girato, con una colonna sonora ad effetto e un montaggio che accentua l'incalzante progressione della storia, il film centra l'obiettivo di intrattenere non azzerando l'intelligenza dello spettatore. Nel marzo del 2005 "One Nite in Mongkok" ha vinto i premi per il Miglior Regista e la Migliore Sceneggiatura al 24° Hong Kong Film Awards.
