Commedia, Criminale, Horror, Recensione

ON EVIL GROUNDS

Titolo OriginaleAuf bösem Boden
NazioneAustria
Anno Produzione2007
Durata82'

TRAMA

Romeo e Juliet sono una coppia con una percezione assai strana della loro relazione. Decidono di comprare un loft situato in una remota fabbrica abbandonata. Sfortunatamente il proprietario della costruzione e il suo compagno, l’agente immobiliare, sono due sadici assassini che rapiscono e torturano giovani e innocenti coppie. Ma i cattivi Romeo e Juliet saranno tutt’altro che docili vittime.

RECENSIONI

Natural bor(i)n(g) killers

"In questo primo film c'è l'influenza dei registi che amo", dichiara il trentatreenne austriaco Peter Koller presentando la sua opera prima, "tra cui Sergio Leone, Miike Takashi, David Cronenberg e Takeshi Kitano". A ben vedere il risultato è un compendio di questi stili differenti. Ci sono i grandi spazi e l'aria di sfida degli spaghetti-western, fa capolino l'ultraviolenza, si insinua la morbosità e l'andamento è quasi da cartoon. Dietro all'evocazione di universi altrui, però, non sembra esserci alcuna urgenza espressiva. Il racconto è strutturato in modo assai elementare, con due protagonisti archetipici fin dai nomi. Perchè scomodare Shakespeare, però, chiamandoli Romeo e Juliet, resta un mistero. Del resto, tutto il film è un susseguirsi di situazioni gratuite che esauriscono la loro ragione d'essere nell'aderenza a un modello, scimmiottato senza preoccuparsi di dire qualcosa di nuovo (o anche solo qualcosa), e nemmeno reinterpretato con personalità (i soliti colori desaturati a sottolineare il carattere indipendente del progetto). A rimpolpare le nulle gesta dei due borderline arriva anche, per poco, un agente immobiliare schizzato, si impone un "matto" costantemente arrapato e dal grilletto facile, si inseriscono due poliziotti con poco nerbo e compaiono pure due hippy tutt'altro che lungimiranti. Ciò che ne deriva è una rintronante sequela di inseguimenti, spari, cadute, salti, fiotti di sangue, agguati, copiosi schizzi di sperma, dove tutti corrono sovraeccitati e senza un perchè. Dosi massicce di comicità greve travestite da ironia peggiorano ulteriormente le cose. Perchè se è vero che alla fine l'aria è scanzonata, il regista finisce però per confondere la leggerezza con un cinismo di maniera. Per cui, in assenza di equilibrio, gli sbocchi narrativi cedono al grottesco e il grido che ne deriva è solo assordante e mai liberatorio.