TRAMA
Compositore di jingle pubblicitari, Harvey arriva a Londra per il matrimonio della figlia e per un appuntamento di lavoro risolutivo per la sua carriera. All’aeroporto conosce Kate, single e con madre oppressiva.
RECENSIONI
Deliziosa commedia sentimentale scritta e diretta dall’inglese (ma attivo, per lo più, negli Stati Uniti) Joel Hopkins, autore, sette anni prima, di Jump Tomorrow, stesso terreno con matrimoni di mezzo e conti con la vita. La sua sceneggiatura pare sia nata proprio per sfruttare l’alchimia fra i due attori protagonisti (insieme anche in Vero come la Finzione), apprezzati dal regista sul proscenio di Broadway: l’asso nella manica dell’opera sono le loro prove, soprattutto quella di Emma Thompson. Ma si fa, da subito, apprezzare anche la narrazione in parallelo di due anime, avanzate con l’età, che si sentono sole anche in mezzo alla folla (Harvey ad un matrimonio dove il nuovo compagno dell’ex-moglie lo ha sostituito anche come padre; Kate ad un appuntamento al buio dove il pretendente preferisce la compagnia degli amici a lei). Mentre i due si conoscono e aprono, l’occasione serve anche per fare i conti con la propria vita: il titolo italiano non significa nulla (riprende una battuta pronunciata da Harvey in un contesto che esula dal tema principale), quello originale indica le ultime occasioni “di cuore”: sulla carta il rischio sdolcinatezza e ammiccamenti artificiosi è dietro l’angolo, ma il regista sbava solo in quell’attimo da Il Laureato verso la fine perché, per il resto, la bravura degli interpreti e l’oculatezza della messinscena nel cavalcarla in modo estemporaneo e non rigido, consegna un brano prezioso per il genere.