TRAMA
Sulle tracce degli assassini (due gemelli) di un collega a Berlino, l’agente segreto James Bond arriva a scoprire l’identità di una temibile contrabbandiera indiana, chiamata ‘Octopussy’.
RECENSIONI
Sarabanda di pericoli spettacolari per il tredicesimo episodio ufficiale sulla spia britannica sciupafemmine, impegnata, questa volta, contro una donna-criminale (Octopussy, la piovra velenosa) interpretata dalla stessa Maud Adams di L’Uomo dalla Pistola d’Oro: l’attrice svedese veste un ruolo quasi rivoluzionario nell’universo misogino di James Bond, passando da rivale a complice ma comunque tenendogli sempre testa. Da Cuba a Berlino est, dall’India a Londra, si veleggia nel coreografico/buffo (il primo assassinio fra costume da clown e uovo di Fabergé), nell’assurdo/divertente (il coccodrillo/sottomarino), nel tecnologico (il vero prototipo in apertura), nel pericolo esotico (il killer Gobinda di Kabir Bedi). ‘Octopussy’ di Ian Felming (1964) era, in realtà, una raccolta di racconti pubblicata per la rivista di Sotheby (infatti c’è la scena all’asta). La seconda regia per la saga di John Glen aggiusta bene il tiro dei toni, rimodella la prova di Roger Moore in eleganza, implementa l’utilizzo di stunt e avventura classica.