Drammatico, Recensione

NOWHERE SPECIAL

NazioneItalia, Romania, U.K.
Anno Produzione2020
Durata96’
Sceneggiatura
Fotografia

TRAMA

John, un lavavetri trentacinquenne, dedica la vita a crescere il figlio Michael di quattro anni, poiché la madre del bambino li ha lasciati subito dopo la nascita. La loro è una vita semplice, fatta di rituali quotidiani universali, una vita di completa dedizione e amore innocente che mostra la forza della loro relazione. John ha però davanti a sé pochi mesi di vita. Poiché non ha una famiglia a cui rivolgersi, trascorrerà i giorni che gli restano a cercarne una nuova, perfetta, a cui dare in adozione Michael, provando a proteggere il suo bambino dalla terribile realtà.

RECENSIONI

«Io faccio il lavavetri». Al terzo lungometraggio, è già cristallina l’identità poetica di Uberto Pasolini, quella che contrassegna i suoi racconti intenzionalmente piccoli, minimali, gentili - però non garbati, non leziosamente cortesi, ma fieri della propria essenzialità, del focus sul particolare, del ragionare attorno a eventi quotidiani invisibili, silenziosi eppur capaci di produrre detonazioni emotive ad ampio raggio. Agevolmente sovrapponibili i suoi protagonisti, perdenti col sorriso buono e la testa alta, piccoli principi ai margini: l’Eddie Marsan di Still Life, custode di defunti inosservanti e cantore delle loro trascurate memorie, e il James Norton (uno che recita con le pieghe attorno agli occhi) di questo Nowhere Special (un titolo, un programma): lavavetri, soggetto impercettibile e scontato per antonomasia, umile per definizione. Malato terminale, è intento a passar in rassegna le famiglie candidate a diventare quella ufficiale, in un futuro sciaguratamente prossimo, del figlioletto: espediente (che ricorda anch’esso da vicino quello del film precedente) utile a Pasolini per una carrellata, critica eppur mai cinica, sulle classi e le strutture sociali delle famiglie (le loro reazioni, le loro relazioni) “provinate” in interni domestici divergenti. Nonostante l’inesorabile materia da fiumi di lacrime, l’immagine rimane asciutta. Tersa. Tutto qui, ma andate pure a caccia di sbavature retoriche, di concessioni melense: non ne troverete. Ed è già molto.