TRAMA
Una giovane donna di nome Amy, va da Parigi a Bobo, in Burkina Faso per ritrovare sua madre che non vede dall’età di otto anni. Quando arriva scopre che solo sua zia vive nella casa di famiglia, e prova sentimenti contrastanti alla vista dei luoghi dove ha trascorso la sua infanzia. Si sente un’estranea in una città in cui non sa orientarsi. Da anni, Mariam, una donna delle pulizie originaria del Burkina Faso che abita a Parigi, vive furtivamente come un’ombra ai margini della società.
RECENSIONI
È l’alienazione il tema dominante del film di Sarah Bouyain. Il non sentirsi a casa propria quando la vita ha deciso che il luogo in cui ci si è radicati differisca da quello in cui si è nati. Nel film, due diverse esistenze scorrono in parallelo. Quella di una giovane ragazza, in partenza per il Burkina Faso per ritrovare la madre che non vede da quando il padre, unitosi a un’altra donna, l’ha portata a Parigi all’età di 8 anni, e quella di una donna matura, che fa le pulizie e dà lezioni di africano in Francia. Lo sguardo della regista è molto delicato nel tratteggiare i caratteri, non eccede in esotismi e sceglie un percorso minimalista, cercando nei volti, più che nei luoghi e nell’azione, la verità dei personaggi. Alcuni momenti colgono nel segno, come nel senso di estraneità che pervade la giovane protagonista mentre cammina per le strade del paese in cui è nata, una diffidenza percepita negli altri che riflette il proprio senso di non appartenenza al territorio. Quando i due differenti percorsi intrapresi dalla narrazione, però, apparentemente slegati invece si incontrano, e il cerchio si chiude, affiora la tesi. È giusto sottrarre un bambino alla propria famiglia, che in quel momento non se ne può occupare, per portarlo in un altrove lontano? Un posto in cui magari crescerà bene, con affetto e con maggiori opportunità, ma spezzando il legame di sangue che lo lega ai suoi cari? Il film prende in tal senso una posizione precisa e, pur dando risalto a un malessere sincero, finisce per banalizzare, almeno dal punto di vista cinematografico, il conflitto messo in scena. Sono infatti più le risposte delle domande e questo rischia di rendere superfluo il sentire del pubblico, aprioristicamente escluso dal dibattere.