Drammatico, Recensione

NOTRE DAME

Titolo OriginaleThe Hunchback of Notre Dame
NazioneU.S.A.
Anno Produzione1939
Durata116’

TRAMA

Nel medioevo, Quasimodo, gobbo dal viso sfigurato, fa il campanaro nella cattedrale di Notre Dame di Parigi, protetto dall’infido giudice Frollo e innamorato di Esmeralda, una zingara bandita dalla città.

RECENSIONI

Potente adattamento del capolavoro di Victor Hugo, nella misura in cui è poco hollywoodiano nel tratteggiare i personaggi e nel modo in cui rievoca un Medioevo orrifico, immerso nella superstizione e nella miseria. È tutto americano, invece, nella vivacità (fino a far di Quasimodo un Tarzan con liane) e capacità di pennellare scene spettacolari ed emozionanti. Memorabili sia la prova disumana di Charles Laughton sia la sua maschera deforme di Quasimodo (opera di Perc Westmore): un look repulsivo, vicino a Freaks, in cui risalta ancor di più il talento dell’attore inglese (che propose Maureen O’Hara come Esmeralda, facendola debuttare oltreoceano) nell’essere espressivo nonostante il trucco e nel trasmettere l’universo emotivo del suo personaggio, fino a far cadere il pregiudizio sulla mostruosità che, in modo anche coraggioso, William Dieterle fomenta all’inizio presentandoci un campanaro persino brutale. Tante sequenze visivamente magnifiche (le imponenti e costose scenografie, con Parigi e la Cattedrale ricostruite in studio, sono di Van Nest Polglase), esposizione articolata (sceneggiatura di Sonya Levien con rimandi al presente e alla persecuzione degli ebrei), curata nei dettagli e complessa, fatta la tara di qualche scompenso figlio della generosità d’ingredienti. La miglior riduzione cinematografica del romanzo che, in realtà, si rifà maggiormente alla precedente pellicola muta di William Worsley con Lon Chaney (1923), reiterando la variazione sui fratelli Frollo (Claude, prete giusto e non crudele, e Jeahn, giudice vicino al re e non mero delinquente).