Commedia, Recensione

NINA

Titolo OriginaleA matter of time
NazioneU.S.A.
Anno Produzione1976
Genere
Durata97’

TRAMA

A Roma, una cameriera conosce l’anziana contessa Sanziani, che vive nei fasti del proprio passato e la coinvolge nei suoi sogni, educandola al valore del successo.

RECENSIONI

Al suo ultimo film, Vincente Minnelli è come se si identificasse con il personaggio della contessa (ispirato alla nostrana marchesa Luisa Casati) e avesse nostalgia del passato, pronto a passare i propri consigli, frutto di esperienza, alla figlia Liza. La fonte è un romanzo di Maurice Druon (‘La Volupté d'etre’, che Paul Osborne trasformò in ‘Contessa’ a teatro) adattato da John Gay, la co-produzione è fra Stati Uniti e Italia (si gira a Roma e Venezia): ma ciò che vediamo (versione disconosciuta dal regista) è solo una favoletta colma di lustrini e sulla scia di Cenerentola, dove Liza Minnelli, goffa e bruttina, pare fuori parte, come fuori del tempo è il companatico, fatto di canzoncine (si salva il brano con ‘Do it Again’ di Gershwin), cartoline turistiche italiane e di quest’aria da operetta per un musical non dichiarato, generando un effetto straniante e generalmente citrullo, colmo di melassa da violini o di passaggi pesantemente melodrammatici. Però Ingrid Bergman è impagabile, con un personaggio indovinato: dà l’idea di ciò che il film di Vincente Minelli avrebbe potuto o voluto essere, problemi produttivi a parte (dopo che tempi di lavorazione e costi lievitarono, di fronte ad un montato di tre ore, la produzione americana estromise il regista e affidò il montaggio al marito di Liza Minnelli, Jack Haley jr.). Primo film di Isabella Rossellini (figlia di Ingrid) nei panni di una suora e ultimo per Charles Boyer (che profonde tutta la sua eleganza).