Commedia, Recensione

NEL BEL MEZZO DI UN GELIDO INVERNO

Titolo OriginaleIn the bleak midwinter
NazioneU.K.
Anno Produzione1995
Genere
Durata100’

TRAMA

Un attore disoccupato raduna altri colleghi che se la passano male per mettere in scena l’Amleto shakespeariano in una chiesa sita nella cittadina di Hope.

RECENSIONI

Dopo il set miliardario di Frankenstein, Kenneth Branagh torna in patria per girare un piccolo film in bianco e nero e un grande atto d’amore verso il teatro (il film è anche diviso in prologo e atti): è il dietro-le-quinte dell’allestimento di un Amleto povero e moderno, messo in scena, in “cooperativa”, da attori disoccupati che, con tipico british humour, si punzecchiano in continuazione, litigano, sono colti da sconforto, soffrono drammi personali che si confondono con il rappresentato, si amano, entrano sempre più nei personaggi grazie alla magia del palcoscenico e grazie alla magistrale opera shakespeariana, che Branagh porterà al cinema l’anno successivo, in un kolossal con quei capitali americani che qui dileggia (la regista di fantascienza ignorante e con chewing gum perenne; l’agente opportunista e materialista): il frutto del lavoro, la versione finale del dramma sul palco, ironica ed anomala, nei suoi cinque minuti mostrati vale di più delle quattro ore di Hamlet, “classico” e gigantista, salvato dalla passione dell’autore e dalla sua abilità nel dirigere gli interpreti, non smentita in quest’opera che vive di caratteri amabili e simpatici (l’ubriacone insicuro, l’attore di vecchia guardia, la checca, il salutista, la miope, la scenografa stramba), interpretati da un manipolo di attori (cinematograficamente) sconosciuti, fra cui spicca Michael Maloney, alter-ego del regista, per la prima volta assente davanti alla (sua) macchina da presa. Branagh li incastona in un impianto vivace e vitale, molto giocato sul montaggio (le audizioni alla Commitments) e le battute veloci (citatissimo, ovviamente, il Bardo, ma anche Laurence Olivier), fresco come Molto Rumore per Nulla, sarcastico e sobriamente sentimentale come Gli Amici di Peter. Il cinema di Branagh non è mai stato rivoluzionario ma è spesso contagioso nel suo slancio. L’annosa domanda “Why must the show go on?”, sottolineata da una canzone anni trenta, trova risposta: l’arte, il teatro, ripagano di per se stessi.