TRAMA
Un ragazzo vive in una casa isolata in mezzo a una foresta con la sola compagnia della madre. Ogni tanto fa visita a un uomo prigioniero nella casa. Un giorno arriva uno straniero.
RECENSIONI
Il nulla con stile
Una madre e suo figlio vivono in una casa vicino a una foresta. Nella cantina dell’abitazione c'è un uomo incatenato che con il bambino ha un legame molto forte. Un giorno arriva uno straniero. Le stagioni si succedono, piccoli eventi cambiano gli equilibri già precari dei personaggi, ma i misteri restano tali. Il film interpreta la realtà dal punto di vista del piccolo protagonista e cerca la suggestione attraverso la bellezza della natura e l'enigmaticità dei tanti non detti (proprio come il protagonista, quasi tutto il lungometraggio è muto). Episodi senza senso apparente si susseguono alludendo costantemente a dinamiche che i personaggi sembrano comprendere appieno ma che la sceneggiatura si premura di lasciare sospesi. La progressione è quindi per indizi, ma i tasselli che via via si aggiungono non fanno che confondere ulteriormente le idee in un gioco estenuante che finisce per accontentare probabilmente solo il regista onnisciente. Potrebbe essere non necessario arrivare a capo del racconto, lasciando che ognuno tragga il nutrimento che preferisce da ciò che le immagini offrono. 104 minuti di giri a vuoto sono però davvero troppi. Anche perché un conto è un film in cui non succede granché, dove l'aspetto centrale non è la storia, ma dare coordinate precise per poi non essere in grado di elaborarle in modo sensato, o comunque efficace, lascia più sgomenti (e arrabbiati) che incuriositi (e soddisfatti). L’idea è più quella di un regista che non sa che pesci pigliare piuttosto che quella di un autore che, attraverso una rappresentazione archetipica, tenta la strada della visionarietà.
