TRAMA
Peter, l’ex marito di Sara, decide di suicidarsi nella loro vecchia casa, dove, da dopo la morte del loro bambino, Sara vive da sola. Da quel momento, anche con l’aiuto di Bogdan, il musicista serbo a cui Sara ha affittato una stanza, lei capirà che è giusto reagire al suo dolore.
RECENSIONI
agire al suo dolore.
L’intento della regista norvegese Unni Straume è, a suo stesso dire, quello di comunicare, attraverso i suoi personaggi, il contrasto tra la l’ordine e l’inquietudine, tra l’armonia e le contraddizioni. In realtà “Musica per matrimoni e funerali” è un arzigogolato esercizio di stile, che nella seconda parte perde ogni rigore, per trasformarsi in un dozzinale ed esasperato dramma. Pur riprendendo un certo filone nordico, dal teatro di Ibsen a certe atmosfere Bergmaniane, questa pellicola non riesce ad esplodere, a trovare un centro e si risolve in un minestrone di lacrime pretenzioso, manierato e senza sostanza. Manca la struttura, manca uno stile definito, manca una storia: ci sono in compenso tante belle immagini (la fotografia è del bravissimo Harald Paalgard) e la musica travolgente di Goran Bregovic che, nei panni del musicista serbo che libera i sentimenti di Sara, finisce per occupare tutta la seconda parte della pellicola, regalandoci le uniche emozioni del film.
Voto: 4 Francesca Manfroni
