TRAMA
Shoa Khan, imperatore di Outworld, minaccia ancora la Terra: non rispetta il vincitore nell’ultimo Mortal Kombat e dà la caccia agli uomini di Rayden.
RECENSIONI
Tecno a palla e riparte il progetto del produttore e sceneggiatore Lawrence Kasanoff, rivolto ai ragazzini che amano lobotomizzarsi con i video-game e graziato dall’intelligente, immaginifica ed epica regia di Paul W.S. Anderson nel primo capitolo. Tira al risparmio, ingaggia come regista il direttore della fotografia del precedente episodio (il quale, a sua volta, chiama alla fotografia proprio fratello) e imprime su pizza un oggetto kung-fu del tutto mercantile, mai avvincente, dove scompaiono le piacevoli tracce thriller/horror. L’estetica non è nemmeno più quella del videogioco: Leonetti pare ispirarsi a quella artigianale low-budget di certe serie Tv anni ottanta e sparge, incredibilmente lucido, kitsch in ogni dove, come collezionasse dall’immaginario tutto il peggio del peggio, fra ridicole, sgargianti tutine aderenti da Power Rangers, armature dei siloni da Galactica (quello del 1978), la cartapesta dei film di Kevin Connor anni settanta (quando si va nel centro della Terra), colori giallo-viola al neon e cieli finti. No comment sul racconto ridicolo, sulla grossolanità dei dialoghi.
