Drammatico, Recensione

MISURE STRAORDINARIE

Titolo OriginaleExtraordinary Measures
NazioneU.S.A.
Anno Produzione2009
Durata106'
Sceneggiatura
Tratto dadal libro “The Cure” di Geeta Anand
Fotografia
Scenografia

TRAMA

John Crowley rinuncia a una promettente carriera per dedicarsi esclusivamente ai due figli piccoli, affetti da una patologia neuromuscolare molto rara chiamata morbo di Pompe. Decide così di contattare un ricercatore poco ortodosso, ma professionalmente all’avanguardia, e di avviare insieme a lui un’azienda bio-tecnologica con lo scopo di ottenere l’enzima necessario per salvare la vita ai figli. La lotta, a causa anche degli interessi economici in gioco, sarà inevitabilmente ardua.

RECENSIONI

Le finalità sono lodevoli: far conoscere al grande pubblico una rara malattia genetica (il morbo di Pompe) e l'eroica sfida per debellarla attraverso il racconto di una storia vera. Il problema è che il veicolo prescelto è il cinema e, se il messaggio arriva forte e chiaro, lo strumento non viene invece utilizzato al suo meglio. Non ci sono grandi sbavature, l'ennesima lotta di Davide (l'uomo di umili origini che si è fatto da solo) contro Golia (la malattia e i giganti farmaceutici) è condotta con un certo pudore, evitando di abusare dei tipici ricatti dei drammi a sfondo medico (non si eccede su primi piani di bambini sofferenti e non si utilizzano le lacrime per riempire i buchi di sceneggiatura). Anche gli attori si piegano con dedizione alla buona causa. L'icona dell'avventura scacciapensieri degli anni '80 (Harrison Ford, anche produttore esecutivo) e il suo successore del nuovo millennio (Brendan Fraser), scelta indubbiamente non casuale, si dividono volonterosamente lo schermo. Tra l'altro, se Ford continua a non distinguersi per espressività, Fraser mostra invece inaspettate doti drammatiche. A relegare il progetto nel limbo delle buone intenzioni è più che altro uno svolgimento scolastico e prevedibile, in cui tutti i tasselli sembrano solo, senza poi esserlo veramente, al posto giusto. I personaggi sono infatti caratterizzati in modo piuttosto incolore e stereotipato e non escono mai dallo scopo divulgativo per cui sono stati scritti (il professore genio e sregolatezza, l'uomo solo contro tutti sempre a un passo dal baratro, la moglie fin troppo perfetta, i bimbi deliziosi), la sceneggiatura si limita a mettere in fila gli eventi senza preoccuparsi di intrecciarli donando loro un'organica ed efficace progressione, problematicità e contraddizioni del sistema sanitario globale e dell'establishment farmaceutico sono solo sfiorate, e la regia di Tom Vaughan (già dietro la macchina da presa nel non celeberrimo Notte brava a Las Vegas) pare curarsi unicamente di filmare gli eventi in modo da renderli comprensibili, con un basso profilo che anziché donare rigore agli sviluppi finisce per appiattirli. Non aiuta la fotografia, particolarmente scialba e con eccesso di controluce di Andrew Dunn, e nemmeno la confezione prossima allo sciatto con cui il film sembra volersi, invano, svincolare dai luoghi comuni dell'industria hollywoodiana. Alla fine pare di assistere a un modesto tv-movie (guarda caso a produrre il film è il colosso televisivo CBS), lineare, istruttivo e moderatamente commovente. Ma dal cinema è lecito attendersi altro.