TRAMA
Un italiano sempliciotto eredita dal classico “zio d’America” una multinazionale e svariati miliardi. L’ex-socio del trapassato fa in modo che non approdi negli Stati Uniti in tempo per incassare.
.
RECENSIONI
Jonathan Kaplan e lo sceneggiatore Ken Friedman importano a Hollywood la star nostrana e il “suo” (manca Bud Spencer) cinema fracassone e scanzonato, con le immancabili, lunghe scazzottate. A differenza dei registi italiani, però, non sanno imprimere su pellicola la sua irresistibile simpatia, limitandosi, a conti fatti, a utilizzarlo come mero ingranaggio del solito film d’azione con inseguimenti. Questione di misura e dettagli arguti ma il tutto è sufficientemente movimentato e spassoso, con una memorabile, virtuosistica sequenza aerea sul Grand Canyon (che dimostra l’ingegno di un regista cresciuto nella factory di Roger Corman) e veterani caratteristi che fanno la differenza (Jackie Gleason su tutti). Sotto sotto, scorre una vena contro il capitalismo rapace e il Sogno Americano, marchio di fabbrica dello sceneggiatore (vedi Cadillac Man).
