Drammatico

MILLENNIUM MAMBO

Titolo OriginaleQianxi manbo
NazioneTaiwan/Francia
Anno Produzione2001
Durata95'
Sceneggiatura
Fotografia
  • 37122
Scenografia
  • 67012

TRAMA

Inizio del nuovo millennio: Vicky si divide tra Hao-hao e Jack. Il primo, gelosissimo e tossicodipendente, la controlla maniacalmente. Il secondo, che ha problemi con la legge, dopo che la ragazza lascia Hao-hao, la ospita in casa sua.

RECENSIONI

Eravamo pronti a sputare veleno dopo la notizia che MILLENIUM MAMBO usciva in Italia con un taglio di una ventina di minuti rispetto alla versione presentata a Cannes. L'Istituto Luce (recidivo, ricordate IDIOTI di Von Trier?) ci cascava di nuovo, dunque? Nulla di più errato. La casa di distribuzione oggi afferma che la scelta è dello stesso regista che, poco convinto del frettoloso montaggio dell'edizione cannense, si è permesso qualche taglio in alcune edizioni, eliminando ridondanze e passaggi incerti. In Italia dunque, per esplicita volontà del suo autore e per mano dello stesso, MILLENNIUM MAMBO è un film di circa un'ora e trenta. Parlare di narrazione, in una pellicola che procede soprattutto per suggestioni, piena zeppa di sequenze visivamente sontuose (si pensi solo allo splendido incipit e a quel piano sequenza impossibile che dalla discoteca finisce nel letto in cui i due ragazzi fanno l'amore) che scorrono sul tappeto liquido di una chill out music insinuante ed efficace, non è davvero il caso. Gioca con il cinema il regista, lo cita e lo omaggia, fa uso pregevole di sfocature e colori primari, muovendo la mdp, con incedere magistrale, nel nightclubbin' di Vicky e della sua vuota compagnia. Certo il tutto suona stranamente (e riteniamo volutamente) frigido; l'atteggiamento della protagonista e il suo attaccamento a Hao-hao - la descrizione del loro menage domestico ha delle punte di agghiacciante efficacia -, verso il quale ostenta un'indifferenza e una remissione che sembrano stridere fortemente tra loro, rimane non spiegato (non lo pretendiamo sia chiaro, ci limitiamo a registrare il modo di procedere dell'autore a cui, evidentemente, non piace sottolineare nulla): è per questo motivo che quella voce off, che sciorina un po' di banalità, riportando, a distanza di una decina di anni, gli avvenimenti, poco integrandosi a immagini già dense e fortemente evocative, risulta ingombrante e quasi stucchevole. Il film quindi non convince fino in fondo, rimanendo a mezza strada tra la voglia di tacere lasciando intuire (che ci sembra l'intenzione genuina dell'autore) e quella di suggerire rozzamente delle conclusioni (che ci pare invece vagamente compromissoria), zoppicando spesso e spesso restando irrisolto, ma riscattando le sue debolezze con alcuni momenti folgoranti che da soli valgono pienamente la visione.