Meet el Presidente

Diamo a Müller quel che è di Müller:
– raccoglie nel suo Festival tutto quello che c’è da raccogliere;
– apre il concorso ancora una volta al genere (Miike, Hark, De la Iglesia che non si vedono mai in competizioni festivaliere di prim’ordine);
– accoglie vecchie, indomite glorie (Skolimowski, Hellman);
– apre a nuovi autori (Reitchard, Tsangari);
– non teme il linciaggio dei critici parrucconi e inserisce il controverso film di Gallo in competizione;
– non si lascia tentare dalle facili sirene (porte chiuse a The American di Corbijn con George Clooney: pretendevano l’apertura);
– fa della sezione Orizzonti un vero osservatorio  su tutto quanto si sperimenta nel mondo del visivo, dando spazio a straordinari lavori di ogni formato e durata (roba che neanche Cannes);
– fa marciare il carrozzone festivaliero che si dipana in spazi sempre più angusti e sacrificati (i lavori al nuovo palazzo del cinema sono già fermi);
– attacca i quotidianisti e i critici conniventi con le altre rassegne (rapporti incestuosi, dice), facendo nomi e cognomi (la strategia, denunciata è di parlar male sistematicamente del Festival lagunare per pompare quello di Roma o per assicurarsi la successione veneziana);
– concede solo il concedibile (retrospettive e controcampi italioti: anche i masochisti finto-nazionalisti hanno i loro diritti);
– premia col Leone la carriera di John Woo;
– loda i bloggers e le riviste online che mettono in luce quello che fa grande la sua kermesse (l’arte cinematografica è in mostra, e lui non lo dimentica) laddove i giornali si consacrano alla patina e al chiacchiericcio sui film italiani;
– chiama Tarantino a presenziare la giuria (mai visto un presidente di giuria più star delle star, alla faccia dell’elite di cui parla un oscuro e oscurantista ministro di cui non mi sovviene il nome) garantendosi un verdetto contestabile quanto si vuole, ma scevro dalle solite pressioni (tradotto: il contentino agli italiani – e lo dice il sottoscritto, che avrebbe dato il Leone a Martone -).
Grande Marco. Love.