TRAMA
Rob Hanissee, autore mai pubblicato appena giunto in un fatiscente ricovero per scrittori, si trova intrappolato nell’orrore: gli ospiti della residenza hanno infatti dato vita a una creatura demoniaca che non si riesce a saziare né con l’amore di una splendida schiava, né con sacrifici di sangue. Rob dovrà muoversi lungo il confine tra la vita e la finzione per sfuggire alla morte.
RECENSIONI
La forza del pensiero
Mick Garris, l’ideatore della serie "Masters of Horror", pare, a livello cinematografico, l'anello debole della catena. Così come il precedente "Chocolate", infatti, anche "Valerie on the stairs" soffre di uno sguardo televisivo con poco mordente. L'andamento è piacevole, ma le sorprese sono davvero pochine. Già di per sé l'idea alla base del soggetto (da un racconto di Clive Barker) non è particolarmente originale. Ancora una casa stregata, infatti, questa volta ricettacolo delle frustrazioni di giovani artisti con ambizioni letterarie mal riposte. La rabbia per l’insoddisfazione di non essere mai stati pubblicati si concretizza in una creatura mostruosa, una sorta di diavolo che fuoriesce dalla carta per seminare morte e distruzione. In pratica ciò che succede in "Cigarette burns", l'episodio di John Carpenter della prima serie dei "Masters of Horror" (a sua volta debitore de "Il seme della follia" dello stesso Carpenter), solo che là era un film a racchiudere il male, mentre qui è un libro scritto a tre mani. Colpisce poi che la tematica del sottile confine che separa la realtà dall'immaginazione finisca con ben poca fantasia a suon di sganassoni, con il maligno preso a schiaffoni come un cattivo qualsiasi. Pochi i brividi, quindi, nonostante le prime apparizioni dello Spirito Malvagio lascino il segno grazie all'utilizzo di un trucco tradizionale. Dove è invece la computer grafica a dominare, come nel finale, il risultato lascia alquanto a desiderare. Nel cast di volti televisivi si distingue un redivivo Christopher Lloyd.