Horror, Recensione, Serie

MASTERS OF HORROR – HOMECOMING

Titolo OriginaleHomecoming
NazioneU.S.A.
Anno Produzione2005
Genere
Durata58’

TRAMA

Un’ondata di terrore e scandalizzata indignazione attanaglia la nazione quando i media scoprono che i morti viventi hanno influenzato gli esiti delle elezioni presidenziali.

RECENSIONI

Joe Dante, senza le pressioni dello studio system che hanno trasformato il suo "Looney Tunes: back in action" in un baraccone senza capo né coda, torna a ciò che più gli è congeniale: la satira. A partire dal suo più grande successo commerciale, "Gremlins", è l'umorismo eversivo a ispirare la sua visione. Non è un caso che un altro suo grande film, "La seconda guerra civile americana", sia stato anch'esso prodotto per la tv via cavo, lontano da condizionamenti e imposizioni. Con "Homecoming" l'orrore è nel quotidiano, nell'asservimento dei mezzi di informazione al potere, nei brogli elettorali, nella centralità degli interessi economici, nella manipolazione dei media, nell'inganno. Ed è proprio per rivendicare i propri diritti che i morti escono dalle tombe e tornano in vita. Ma non si tratta degli zombi di Romero affamati di carne umana. Quelli di Joe Dante sono soltanto i cadaveri di ex veterani che tornano sulla terra con uno scopo ben diverso: andare per un'ultima volta alle urne per votare contro chi li ha portati, senza una valida ragione, alla morte. Solo dopo avere votato i morti potranno riposare definitivamente in pace. Il loro slogan è "Siamo stati uccisi per una menzogna!" e il loro unico fine è cacciare dalle sedi del potere chi ha distrutto le loro vite. A differenza della critica di Romero, tutto sommato blanda (soprattutto nell'ultimo "ritorno"), Joe Dante pugnala al cuore il sistema adattando il racconto "Death & Suffrage" di Dale Biley. E lo fa in modo caustico e incisivo non dimenticando le regole del genere (il suo è pur sempre un mediometraggio horror) e valorizzando la frizzante sceneggiatura di Sam Hamm. Il messaggio arriva forte e chiaro non perché c'è una tesi che viene dimostrata con una forzatura degli eventi, ma perché è l'idea, geniale, alla base del racconto ad essere forte e chiara. E così la visione corrosiva di Joe Dante si fa grido di libertà in mezzo a tante storie omologate, in cui il potere e chi lo detiene vengono punzecchiati, a volte messi in discussione, ma sotto sotto celebrati.