Drammatico, Fantastico

MARGHERITA DELLA NOTTE

Titolo OriginaleMarguerite de la nuit
NazioneFrancia
Anno Produzione1955
Durata100’

TRAMA

Il discendente di Faust incontra Mefistofele e firma anche lui il contratto, per ringiovanire e per amore di Margherita.

RECENSIONI

Il romanzo (1925) di Pierre Mac Orlan (Il Porto delle Nebbie), ispirato al Faust di Goethe, è raccontato da Claude Autant-Lara con una sorprendente veste formale: ex-scenografo di Marcel L’Herbier e regista sperimentale, compone scene generose di giochi cromatici, pittorici e di architetture oniriche (che anticipano stilemi felliniani) ispirate all’avanguardia dell’espressionismo. Non a caso, Autant-Lara è stato anche assistente di René Clair che, poco prima (1950), aveva diretto La Bellezza del Diavolo: se ne ritrova il gusto per il fantastico unito al tracciamento del sentimento, dell’umorismo, della musicalità. In un modo espressivo, che sia evocativo delle sensazioni insite nel racconto, accende rossi sgargianti su di una patina color seppia, sparge il nero a pastello e poi passa gradualmente (dopo l’innamoramento) a colori più tradizionali, preservando però le scenografie bizzarre (il night club, il cimitero con croci in bianco e nero, la stazione), profilmici da musical MGM calati in atmosfere più cupe ed inquietanti. Nel racconto, invece, canta l’eroismo di Margherita (l’eccellente Michèle Morgan) baciata dal vero amore, dona un cuore persino al Mefistofele di Yves Montand (bravissimo) e condanna totalmente Faust, ritratto come un deprecabile vigliacco in modo troppo calcato, soprattutto dalla recitazione di Jean-Françoise Calvé. Soppesando le qualità del film, infine, forma e contenuto non corrono di pari passo, vibrando note stonate.