TRAMA
I frati di un convento rinvengono il neonato Marcellino sotto un cavolo: cresce con loro. Un giorno, nel desiderio di conoscere sua madre, fa un’offerta al crocefisso e Dio gli parla. Miracolo.
RECENSIONI
Strappalacrime e sentimentalistica quanto si vuole ma questa pellicola spagnola ebbe un successo immane in tutto il mondo (cattolico), sapendo toccare le corde giuste della commozione (quella più facile e “timorata” di Dio), anche grazie all’ottima scelta del piccolo protagonista, che divenne una star. È tratta da un racconto (1952) dello scrittore per l’infanzia José María Sánchez Silva (1911-2002), ispirato a una leggenda popolare spagnola evidentemente a lui cara, dato che rimase orfano da piccolo: anche sceneggiatore, non è alla prima collaborazione con Ladislao Vajda (vedi il precedente Ronda española). Tutti avevano bisogno di un Dio che parlasse al suo gregge: ma, in questo senso, il Don Camillo di Julien Duvivier (1952) funziona di più (e invecchia di meno) perché ha il dono dell’ironia. Ci penserà Totò, nel successivo Totò e Marcellino (1958, sempre con Pablito Calvo) a donargliela. Anche la canzoncina divenne una hit infantile.