Horror, Recensione

MANIAC

Titolo OriginaleManiac
NazioneU.S.A.
Anno Produzione2012
Genere
Durata93'
Tratto dadall'omonimo film del 1980
Musiche

TRAMA

Frank, restauratore di manichini, è un serial killer che uccide giovani donne prendendone lo scalpo come trofeo.

RECENSIONI

Remake dell’omonimo cult del 1980, Maniac riecheggia la sintomatologia slasher dell’immaginario che fu in un coerente virtuosismo di stile, identificando lo sguardo dello spettatore con la soggettiva ansimante e paranoica di Frank.
Khalfoun opta per una rievocazione ludica, di (in)sano artificio registico muovendo la macchina da presa in piani sequenza che accompagnano l’occhio verso la sanguinaria truculenza del dettaglio gore. Le dinamiche sono perlopiù reiterate, intensificano l’escalation delirante del protagonista con un saggio tecnico di puro intrattenimento visivo, calcolato e pronto a giochi semantici da prendere con le pinze: lo scollamento dalla soggettiva e il passaggio in terza persona per rendere ancor più manifesta la natura schizofrenica, doppia, dell’assassino.
Regredendo la brutale fisiognomica di Joe Spinell nel volto diafano e adolescenziale di Elijah Wood, Maniac vorrebbe decantare la rielaborazione sanguinaria di un trauma infantile irrisolto con un processo di mummificazione corporea (artistica) che esorcizzi, per simulacro, lo spettro invadente della madre.
Tutte tematiche già palesi nell’opera originaria. Quel che resta è un omaggio con ansia di prestazione. Di maniera.