MAN ON WIRE

Anno Produzione2008

TRAMA

Il funambolo Philippe Petit racconta la sua impresa del 1974: un’esibizione illegale su un cavo d’acciaio sospeso tra le Twin Towers di New York.

RECENSIONI

Sogno e Pericolo filtrati dal Ricordo sono le linee di questo lavoro che, mediante una ricostruzione corretta e sostanzialmente “monoidea” (2008 contro 1974, colore contro b/n), oltrepassa la vicenda di Petit per giocare sull’immaginario: la costruzione delle TT è link diretto al loro crollo, Philippe che guarda verso il basso suggerisce un chiaro slittamento di senso. Con ritmo thriller, la rievocazione si intreccia alle memorie intime ma vuole significare in eccesso: il presidente in Tv che parla del Watergate, l’America che guarda all’impresa e domanda ossessivamente “why” sono ovvi passaggi dal particolare all’universale, così come la scarica di vento sulle Torri ripropone lo spunto primitivo del duello con la Natura. In questo scenario, allora, l’unico dato rilevante è l’incredibilità della visione: l’uomo sulla fune è registrato da mezzi amatoriali e, di fatto, cammina nel vuoto. La prospettiva inganna, l’incredibile si compie: Petit in sospensione diventa una metonimia del fare cinema. Per il resto il film di Marsh, generalmente molto apprezzato, è una variazione sul tema “come eravamo”.