Animazione

MAI MAI MIRACLE

Titolo OriginaleMai Mai Miracle
NazioneGiappone
Anno Produzione2009
Durata95'
Sceneggiatura
Tratto dadall’omonimo romanzo di Nobuko Takagi

TRAMA

RECENSIONI

È subito evidente che il regista Sunao Katabuchi ha collaborato con Hayao Miyazaki (come sceneggiatore per Il fiuto di Sherlock Holmes e assistente alla regia per Kiki’s Delivery Service). Al di là del soggetto, infatti (tratto dall'omonimo romanzo autobiografico di Nobuko Takagi vincitore del prestigioso premio Akutagawa), che contrappone due bambine solo apparentemente antitetiche, c'è il forte legame con la natura, spesso in primo piano nell'accompagnare il succedersi degli eventi, la magia di un mondo interiore inaccessibile agli adulti, lo spiazzamento emotivo di chi si affaccia al difficile processo della crescita. Passato e presente si compenetrano mentre la semplicità della vita rurale scorre con pacatezza. Chi è abituato alla frenesia della grande città fatica inizialmente a calarsi nelle tranquille giornate scandite dal ritmo della natura della campagna, a prima vista prive di momenti significativi, ma sarà l'amicizia che permetterà il superamento di barriere dettate soprattutto dalla razionalità. Se l'impianto visivo affascina grazie a un 2D molto curato (dietro al progetto c'è il famoso studio Madhouse, quello di The Girl that Leapt Through Time e Paprika), non tutto è però a fuoco nella visione di Katabuchi. Poesia e sensibilità nel tratteggiare personaggi e situazioni incontrano infatti ostacoli narrativi (le ripetute incursioni nel passato attraverso un legame piuttosto labile con una principessa vissuta un migliaio di anni prima) che più che altro appesantiscono il racconto. La sensazione è quella di un'incapacità di cogliere appieno collegamenti e atmosfere a causa di una distanza soprattutto culturale, ma essendo il cinema uno strumento universale in grado di trasformare le differenze in valore aggiunto, sembra proprio che i limiti comunicativi derivino da un'incapacità di gestirli in modo organico. Il fascino della vicenda si percepisce, la poesia a tratti arriva, ma il film finisce per girare un po' a vuoto. Di particolare effetto i cambi di scena sottolineati dagli originali vocalizzi di un coro a cappella.