TRAMA
Holly sposa un ricco diplomatico, sempre assente per lavoro: finisce fra le braccia di un latin lover che, però, muore accidentalmente durante una lite. La suocera la costringe a cambiare nome e andare a vivere in Svizzera.
RECENSIONI
Una tipica produzione di Ross Hunter: rifacimento di un classico del passato, forti elementi melodrammatici, fotografia accesa di Russell Metty, la Lana Turner di Lo Specchio della Vita. Se la sceneggiatura di Jean Holloway non fa che sottolineare le componenti strappalacrime in modo sempre più forzato, è evidente che solo Douglas Sirk (che Hunter avrebbe voluto) era in grado di cavalcare prodotti del genere, sostenendo il precario equilibrio fra iperbole e verosimiglianza. Il racconto aggiornato (è del 1910, già portato su grande schermo altre due volte) del drammaturgo Alexandre Bisson è coinvolgente ed emozionante, soprattutto verso la parte finale: un’occasione unica per David Lowell Rich, al suo ritorno al cinema dopo sette anni di serie televisive, e sprecata appieno. Lana Turner s’impone dalla prima all’ultima inquadratura: se il merito di alcuni passaggi riusciti, per pathos, è tutto della sua bravura nel credere fino in fondo al proprio ruolo, d’altro canto il presenzialismo deve essere stato anche ingombrante, dato che la figura che restituisce fa scena ma non è all’altezza di quella di Gladys George nella versione del 1937 di Sam Wood. Ultimo film di Constance Bennett: efficace suocera arcigna.