L’UOVO

Anno Produzione2003

TRAMA

Maria vive una vita serena accanto a Fabio, fino a quando non resta incinta e partorisce un uov

RECENSIONI

Eran’i pixel d’oro a l’aura sparsi

Assai pubblicizzato e fortemente sostenuto dall’organizzazione del Festival arriva, pronto per il mercato home-video, il primo medio-metraggio tridimensionale italiano. Il film è coraggioso e non privo di fascino, ma si rivela un esperimento perlopiù pretenzioso. La storia, che ricorda l’incubo lynchano di “Eraserhead”, prevede una tranquilla e serena coppia (da Mulino Bianco d’altri tempi), prima rallegrata dalla futura maternità e poi sconvolta dalla nascita di un inquietante e inatteso uovo di carne. La madre si lega con affetto alla creatura, il padre la rifiuta, fino al tragico epilogo. Ed è proprio la conclusione a lasciare molti dubbi sull’interpretazione del soggetto. La frase promozionale suggerisce “la storia che risveglierà la parte migliore di te”, mentre ciò che si evince dalla visione pare contaminato dal peggio della morale cattolica dilagante, con la diversità assimilata alla mostruosità, con l’affetto materno interpretato come nevrosi, con la famiglia tradizionale come unico baluardo della società. Quanto alla tecnica, alcune scelte stilistiche assolvono la duplice funzione di ambire all”Arte” e di coprire le carenze tecniche. I due protagonisti sono infatti legnosi e poco espressivi, ma i dialoghi sono ridotti al minimo a causa di una narrazione che procede per endecasillabi, sciorinati con enfasi fuori campo. Discorso analogo per l’onnipresente effetto “vetro” che contamina ogni sequenza: regala atmosfere di derivazione pittorica e maschera ulteriormente l’inespressività dei protagonisti di sintesi.