Recensione, Western

L’UOMO CHE AMÒ “GATTA DANZANTE”

Titolo OriginaleThe man who loved Cat Dancing
NazioneU.S.A.
Anno Produzione1973
Genere
Durata128'

TRAMA

Catherine Crocker, in fuga dal marito, è raccolta da una banda di assalitori di treno, il cui capo, Jay Grobert, è un ex-maggiore dell’esercito che fu imprigionato per aver ucciso l’assassino della squaw che amava, Gatta Danzante. La difende dalle avance brutali di due suoi subalterni.

RECENSIONI

Nel selvaggio West di Eleanor Perry (sceneggiatrice e produttrice, moglie del regista Frank), la donna è preda di un branco di lupi eccitati: la povera Catherine subisce tre o quattro tentativi di stupro. Sarafian cavalca il cinema di frontiera per caratterizzare, ancora, gli amati “ribelli” di un periodo controculturale: Jay si vendica di una società che l’ha trattato ingiustamente; Catherine è in fuga dall’istituzione matrimoniale. L’impostazione estetica è tradizionale: drammaturgia robusta, buone recitazioni, situazioni narrative non particolarmente originali, progressione lineare, tipi classici (l’indiano buono, il ladro e gentiluomo amico degli indiani, il ragazzo impulsivo e irrequieto, l’anziano fintamente quieto, il detective saggio, l’inane e imbellettato marito). Nonostante le apparenze, cioè, non è un contro-western. Purtroppo, verso il finale, Eleanor Perry cambia improvvisamente marcia, nel tentativo di rendere l’apologo circolare e la metafora più complessa, creando specularità fra i due protagonisti con “onta” nel passato (lui assassino senza buona causa, lei donna vendutasi per denaro) e fra Jay e il marito di Catherine (entrambi mossi dalla rivalsa di una morale borghese asservita al possesso). Ribalta bruscamente, cioè, gli eroi in antieroi, e Sarafian non sta al passo, soprattutto in alcuni passaggi importanti (quando il maggiore osanna e bacia Catherine improvvisamente, dopo 90 minuti in cui la trattava con sufficienza; il finale con la battuta di Lee J. Cobb, più fuori luogo che ambigua, “Vi lascio un cavallo”). Il regista, però, conferma che nel suo cinema migliore la natura è comprimaria e gira in esterni Panavision, con fotografia color/calor oro; prosegue, inoltre, il suo discorso sulla violenza e sull’istinto animale dell’uomo, attraverso un altro film di caccia (vedi Punto Zero), condito però con la commedia sentimentale, con il meccanismo del “pesce fuor d’acqua” (Catherine), con la tensione che nasce dalle “bestie” in prossimità del bottino (umano e non), fino alla formidabile scazzottata (coreografata da Hal Needham, sodale di Burt Reynolds) in cui è emblematico/allegorico il colpo di pistola sul pene del malcapitato. La vicenda ricorda quella del romanzo di James Hadley Chase “Niente orchidee per Miss Blandish”, che ha figliato molte opere cinematografiche, fra cui il Grissom Gang di Aldrich di due anni prima.