TRAMA
Luna, 2021: un astronauta viene ingaggiato da un miliardario per dirottare un asteroide di zaffiro sul satellite della Terra.
RECENSIONI
A ridosso di 2001: Odissea nello Spazio, qualsiasi produzione di fantascienza non faceta e a costo medio perdeva il confronto: è forse questa la ragione per cui la produzione "Hammer" ha cercato di accentuare i toni farseschi della pellicola, rischiando di renderla affine allo sciocco Stazione Luna (quello con Jerry Lewis). La space-opera si apre con titoli di testa animati e buffoneschi, in cui USA e URSS si contendono l'allunaggio, sceglie una title-track scacciapensieri ed un commento sonoro "allegro" che si fa cacofonico rispetto a certi tempi di ripresa rilassati (in assenza di gravità?), se non proprio riflessivi di Baker. Nelle intenzioni del regista (non molto soddisfatto del risultato finale) doveva prendere forma la prima avventura western-spaziale, fra tensione, sentimento, tesori, latifondisti senza scrupoli, tenace lotta dell'individuo per preservare la propria libertà, sapori pop (le scenografie/coreografie del saloon lunare, i costumi sexy e colorati) e tocchi ironici sottili. Una bizzarra commistione di generi che è diventata un marchio distintivo del suo stile. Il surplus della post-produzione di cui sopra, invece, è ridondante e il passaggio del montato sotto le forbici produce spesso risultati goffi (Catherine von Schell che non seppellisce e non piange il fratello morto, ma la tomba compare dal nulla…). Le altre ingenuità di script e regia, inquadrabili in una più generale predisposizione per la bizzarria naïf e l'ammiccamento umorista, tipico di Baker, sono invece accettabili e gustose: le pistole del IXX secolo, l'ironia sulla cafonaggine dei minatori, la malizia sul femminino nel corpo di polizia, la scazzottata al rallentatore, e così via. Il cattivo di turno, eccentrico in stile 007, si riserva una battuta sulla Svizzera ("L'unica cosa da vedere sono le vacche") da imparentare con quella di Orson Welles ne Il Terzo Uomo.
