Drammatico

L’ULTIMO INQUISITORE

Titolo OriginaleGoya's Ghosts
NazioneFrancia/Gran Bretagna/Rep. Ceca/Spagna/U.S.A.
Anno Produzione2006
Durata106'
Montaggio

TRAMA

Madrid, fine Settecento. La giovane Inés Bilbatua è accusata di eresia e incarcerata dall’Inquisizione. A occuparsi di lei è l’ambiguo frate Lorenzo Casamares.

RECENSIONI

Fare un film su Goya nel senso pieno del termine: non un'agiografia riccamente illustrata, ma un lavoro che si nutre delle opere del pittore, elaborandone le suggestioni e le ossessioni (l'arte come riflesso deformante e dettaglio rivelatore della vita, le insondabili alchimie dei piani temporali, l'ombra della morte che si affaccia in pieno sole) per plasmare autonoma materia audiovisiva. Sfida non da poco, quella che affrontano, e in buona parte vincono, Forman e Jean-Claude Carrière. Goya's Ghosts ha il respiro dell'affresco e la compattezza della miniatura, mescola dramma fosco e ironia sprezzante con mano più che felice (la cena in casa Bilbatua), non cerca di sembrare qualcosa di diverso da quello che è (vale a dire, un sano polpettone d'altri tempi) e si disimpegna con grandiosa sobrietà e classe non comune. Non mancano i cedimenti alla macchietta facile (i Reali di Spagna) e certe insistite simmetrie (i multipli processi) peccano di prevedibilità, ma la regia, così solidamente hitchcockiana (in un gioco di suspence al cubo, lo spettatore è il solo capace di seguire pienamente il filo degli incontri imprevisti che costellano l'opera), regge alla grande, avvince, commuove perfino, in un epilogo di lucida, toccante pazzia. Cast da genuflessione: Javier Bardem sibila inglese con un accento alieno che dà i brividi (auguroni a chi dovrà doppiarlo), Natalie Portman è deliziosa nel suo doppio ruolo (Hitchcock, ancora e sempre), Skarsgård e uno stuolo di azzeccatissimi comprimari li assecondano con gusto impeccabile.