TRAMA
1757, Nord America: è in corso la guerra tra francesi, alleati agli Huron, e inglesi per la supremazia nella colonia di New York. Due Mohicani e un bianco allevato come uno di loro soccorrono un militare inglese e due fanciulle, caduti in un agguato dei guerrieri Huron.
RECENSIONI
Non è solo la lodevole riscoperta di un classico della letteratura (1826, di James F. Cooper) ma anche “del” (cinema) classico, nelle sue traiettorie d’avventura e romanticismo, senza le complessità narrative e psicologiche, le ambiguità, le contorsioni e le implicazioni dei film degli anni novanta. Non per niente, questa sesta versione del romanzo si rifà più all’omonimo film del 1936 di George B. Seitz che alla pagina scritta. Del cinema classico (di genere, con grammatica precisa ed evoluta) non ha la levigatezza, la pulizia, la proporzione: l’energia potenziale che può sprigionare, ad esempio, è diffusa quasi completamente solo nell’ultima parte. Ma questa caratteristica è anche tipica del cinema di Michael Mann, spesso al servizio (anche) di pagine talmente potenti da azzerare la disputa fra pro e contro: al regista capita anche di seguire maglie di sceneggiature non eccelse (questa, scritta da lui con il regista Christopher Crowe, non fa eccezione), elevandole a grande Cinema nella forma evocativa, figurativamente splendida, in questo caso con l’ausilio della fotografia di Dante Spinotti e di ariose carrellate nella Natura, mentre a livello di ricostruzione di ‘usi, utensili e costumi’, non batte il pregevole Manto Nero di Bruce Beresford. Se non circoscrive l’accompagnamento musicale spesso inopportuno o ingombrante, Mann conosce però il segreto di un’inquadratura, di uno sguardo: bastano, ad esempio, le pupille tremolanti di Madeleine Stowe, nel giusto contesto, a far esplodere la vena romantica della pellicola. In DVD, edizioni estese prima di 117’ poi di 114’ (quella riconosciuta da Mann).
