TRAMA
1964: la guerra atomica fra Stati Uniti e Unione Sovietica ha lasciato una Terra devastata e pochi superstiti. Seguiamo le vicissitudini di alcuni soldati della Marina americana con famiglia al seguito sulla costa californiana.
RECENSIONI
Stanley Kramer, anche produttore, da sempre fautore di un cinema civilmente impegnato, condanna la guerra nucleare adattando il romanzo di Nevil Shute ma finendo nella stessa trappola della pagina scritta che, prendendosi troppo sul serio, finisce con l’affidarsi ai preconcetti anziché aprire una feconda dialettica in cui il mostrato parli da sé. Il tono grave, i crucci melodrammatici delle varie storie raccontate, certa retorica didascalica, lo sguardo triste degli interpreti: tutto contribuisce ad un andamento spossante. Ma vanno fatte salve le intenzioni del regista che, con questo canto funebre (la radioattività non lascerà scampo neanche ai superstiti), voleva smuovere le coscienze.